Acclamato in patria e negli Stati Uniti, The Chaser conferma l’ottima scuola thriller sudcoreana. Ma prima di parlare di capolavoro è meglio fermarsi, respirare e contare fino a Se7en.
Joong-ho (Yun-seok Kim) è un pappone un po’ sudiciotto, ex poliziotto. Ultimamente nel suo giro di squillo qualcosa non va: alcune sue ragazze sono sparite e l’uomo sospetta fortemente che siano state trattenute e poi vendute da un cliente doppiogiochista che cerca di fregarlo. Quando un cliente abituale e sospetto richiede una prostituta, Joong-ho ci manda la giovane Mi-jin (Yeong-hie Seo) fornendole istruzioni per incastrare e localizzare il “riciclatore”. Una volta entrata nella casa, Mi-jin capisce che la situazione è più inquietante del previsto.
Lì dentro non c’è campo e Mi-jin rimane isolata e in balia di Young-min (Jung-woo Ha), che come hobby non vende prostitute, ma le tiene tutte per sè. Fino alla fine. Joong-ho intraprende così un’indagine solitaria, inizialmente con l’obiettivo di recuperare la “merce” e poi, una volta scoperta l’aberrante natura dell’uomo, per salvare la vita di Mi-jin (della cui figlioletta, nel frattempo, diventa una sorta di burbero ma apprensivo papà-babysitter) e porre fine al massacro. In parallelo, la sgangherata polizia di Seoul cerca di incastrare il sospetto ed estorcergli le informazioni necessarie. Dammi tre parole, BELLO, CUPO, LENTO.
Prima che i fan del brivido orientale (probabilmente già in love col film, datato 2008) si incazzino, spiego. Mai letto roba come Guerra E Pace? Capolavoro, certo, ma chi non ha sbadigliato almeno una volta lungo le 1900 pagine? Lo stesso discorso, con le dovute distanze, vale per The Chaser che è molto valido (capolavoro probabilmente no) ma non è tra i thriller più agili e adrenalinici del mondo.
Il regista sudcoreano Hong-jin Na (The Yellow Sea) ha studiato per certi versi Hollywood, per altri il connazionale Chan-wook Park e si dimostra un virtuoso, tecnicamente sopraffino, forte di una fotografia maestosa che esalta una Seoul indifferente e piovosa. Mette sullo schermo un giallothriller dove il busillis non è fermare l’assassino ma trovarne il covo, nel quale una giovane prostituta sta morendo. Ci sono attori solidi che danno vita a personaggi dotati di spessore, momenti di buona spinta emotiva e convincente azione immersa nel buio pesto dei vicoli dei bassifondi della città coreana. Mettiamoci pure una struttura narrativa singolare e prode: quasi tutto il sangue è già stato versato e non si è visto, il killer confessa perchè sa che ciò non fermerà il suo piano nè basterà ad incastrarlo. Incatenarlo fisicamente non serve, fintanto che nessun altro sa dov’è il suo rifugio-prigione. Gli avvenimenti mostrati sono le conseguenze della violenza, quello che accade dopo e non durante.
The Chaser non ha l’indagine lineare del poliziesco nè la brutalità visiva dell’horror, è una lotta thrilling contro il tempo per salvare l’ultimo introvabile ostaggio (in questo ricorda un po’ il sottovalutato The Cell e – sì, so che è una blasfemia – Il Silenzio Degli Innocenti) che culmina in un finale intensissimo e spietato. E allora di cosa mi lamento? Del fatto che il film nelle sue due ore abbondanti è tanto arrosto ma anche un po’ fumoso, l’ambiziosa sceneggiatura si sopravvaluta e si autocontempla nelle scazzottate e nelle fallacie burocratico-giudiziarie. Così alla fine si conosce poco della psicologia, del movente e della natura del killer. Un altro aspetto che stona è la grassa ironia spesso incompiuta e fuori luogo. Il soggetto è una mazzata sulle gengive, perchè infilarci goffi momenti da comiche? Cacca in faccia, scontri dialettici tra il pappa e la bimba, risse furibonde tra agenti all’interno della stazione di polizia. A che pro? Non sono funzionali alla trama, anzi smontano proprio quell’ansia su cui il racconto si regge.
Infine saremo pure abituati all’inettitudine poliziesca ma qui si va troppo oltre, pretestuosamente per giunta, il rilascio del reo confesso è improponibile per varie ragioni, sorvolando sul resto l’assassino aggredisce gli agenti con furia omicida e fornisce una confessione dettagliata, come può essere liberato il giorno seguente? Acclamato all’uscita in patria, The Chaser ha ottenuto unanimi consensi e disgraziati paragoni e presto ci cuccheremo il remake U.S.A. (nel 2013). Non fa assolutamente rimpiangere il tempo speso sul divano, ma dov’è la diabolica vena del killer-thriller aprifila Se7en? E la ferocia di Chan-wook Park? Prima di parlare di capolavoro e/o pietra miliare, pensiamoci bene.
About Luca Zanovello
Twitter •