Il 14 Ottobre uscirà nei nostri cinema “The Thing” l’atteso prequel dell’omonimo e intramontabile capolavoro del ’82 firmato dal maestro John Carpenter.
Nel frattempo, oltre a vedere e rivedere l’originale, volendo si può fare anche dell’altro… Nonostante The Thing abbia rappresentato uno dei più memorabili flop della Universal (uscì nello stesso anno del piccolo alieno buono E.T. di Steven Spielberg), nel corso degli anni è stato giustamente rivalutato, vivendo una seconda gloriosa giovinezza grazie alla distribuzione in Home Video.
Un successo di vendite inaspettato e incredibile (che dura ancora oggi), che portò sia la Universal che lo stesso Carpenter a mettere in cantiere un progetto per un sequel. Da allora sono state fatte circolare diverse notizie, poi sempre smentite, relative a un cosidetto “semaforo verde” per un possibile The Thing 2, ma l’unica prova tangibile che qualcosa si stesse muovendo in questo senso è l’ottimo videogioco rilasciato in tutto il mondo nel 2002 dallo studio americano Computer Artworks. Critica e pubblico giudicarono discretamente il gioco, che vendette anche un buon numero di copie in tutto il mondo, ma nonostante questo la Universal lasciò cadere di nuovo un’ipotesi sequel.
Sequel che è altro non è che proprio questo videogioco…
Nel 2002 usciva per console “The Thing”, videogioco che ha inizio tre mesi dopo i fatti raccontati nel film e ispirato in gran parte alla sceneggiatura che lo stesso John Carpenter aveva scritto per un sequel poi mai girato. La trama vede una squadra di soccorso con a capo un certo Blake (il personaggio che impersoneremo), che viene inviata per investigare sul disastro avvenuto nella base americana in Antartide e sopratutto per scoprire le cause che hanno portato ad una simile tragedia.
”Quando avrò finito nasconderò questo nastro. Se nessuno di noi la scamperà ci sarà una documentazione almeno. Siamo sotto la tormenta da più di 48 ore ormai, ma non abbiamo ancora nessun indizio. Ma c’è un particolare, credo che La Cosa laceri i vestiti quando si impadronisce di qualcuno; Windows ha trovato delle mutande a brandelli ma la targhetta del nome non c’era più. Potrebbero essere di chiunque… nessuno si fida più di nessuno ormai e siamo tutti molto stanchi. Io non posso fare altro. Solo aspettare.” – R. G. MacReady pilota di elicottero Base Antartica U.S.A. 31
Le prime ore di gioco sono davvero eccezionali e lo spirito del film sembra essere trasposto alla perfezione. Ritornare nei luoghi mitici del film per saziare la nostra curiosità e sapere cosa è successo dopo, riesce ad immergere il giocatore come pochi titoli sono in grado di fare. Anche se la base, ormai mezza distrutta, non è identica a quella originale vista nella pellicola, basta una mezz’ora di gioco per ritrovare il registratore dove MacReady ha inciso la citazione che riporto sopra e qualche minuto in più per trovare Childs morto, con a fianco una bottiglia di Whisky, ma di McReady nessuna traccia. Da qui in poi la trama si srotola riservando qualche colpo di scena (non tantissimi e nemmeno eclatanti di quanto si possa pensare) e una quantità spropositata di pallottole sputate dalle nostre armi automatiche. Ma non saremo soli. Al nostro fianco avremo una serie di personaggi utili per portare a termine enigmi e soprattutto per coprirci le spalle dai numerosi nemici che ci troveremo ad affrontare e che continueranno ad attaccarci da ogni parte.
Di volta in volta incontreremo sopravvissuti che si uniranno a noi o che meglio sostituiranno quelli che purtroppo perderemo lungo il cammino. Alcuni saranno soldati, altri dottori (capaci di curare tutti membri della squadra ad esclusione di loro stessi), altri ancora ingegneri (personaggi chiave per la risoluzione di alcuni enigmi), ma su tutti serpeggerà il dubbio sulla loro reale natura: uomini o cose?
Per gran parte del tempo il nostro compito sarà quello di andare alla ricerca di scatole di fusibili da riparare capaci di rendere attivi determinate leve o bottoni e necessari per aprire questa o quella porta, unico modo per proseguire nell’ avventura. Il fattore che elimina l’elemento Survival è che in “The Thing” saremo costretti ad affrontare davvero un numero impressionante di nemici, che ci renderà davvero difficile addentrarci nello spirito più horror e claustrofobico della pellicola alla quale il gioco voleva rubare proprio l’atmosfera angosciosa.
Ci troviamo di fronte a un Horror/Adventure tipico, con visuale in terza persona alternabile con la prima, ma solo per dare un occhiata in giro, o per prendere meglio la mira visto che non ci si può muovere in quest’ultima modalità. Il nostro personaggio potrà accucciarsi, correre, dare ordini a destra e a manca ma non saltare un ostacolo, cosa un po’ insolita e che smembra un pò il realismo di un gameplay più che adeguato. Oltre a una arsenale discretamente fornito, i nostri eroi potranno usufruire di alcuni gadgets sparsi per le varie locazioni, uno fra tutti il test per vedere se un soggetto è infetto. Prelevato un campione di sangue da qualcuno e sottoposto a calore, se il plasma reagirà vorrà dire che ci troviamo di fronte ad una Cosa e quest’ultima vistasi scoperta rivelerà la sua vera identità. C’è invece poco da dire sulla longevità. I dieci livelli che compongono il titolo della Computer Artworks garantiscono diverse ore di gioco, capaci di soddisfare il videogiocatore più accanito.
Il motore grafico alla base de La Cosa non fa gridare al miracolo ne fa sfoggio di particolari sfarzi, ma fa il suo lavoro e lo fa bene. Le ambientazioni sono caratterizzate alla perfezione e non lesinano in dettagli. La cosa riguarda chiaramente le aree al chiuso, visto che all’aperto tutto ciò che vedremo sarà neve, intercalata solo da strutture di vario tipo. Le texture sono sufficienti mentre le skin applicate ai modelli poligonali risultano particolarmente curate fatta eccezione per i personaggi marginali che oltre ad essere un po’ troppo anonimi, sono anche graficamente un tantino troppo approssimati.Per quel che riguarda invece la grafica di contorno ci assestiamo ad alti livelli, con un ottimo effetto fuoco e giochi di luci ed ombre veramente curati, per non parlare dell’illuminazione dinamica perfettamente implementata.
Il doppiaggio, completamente localizzato in italiano, non è di altissimo livello ma gli attori riescono comunque a rendere bene i rispettivi personaggi. Le tracce audio sono ovviamente eccellenti. Con licenza Universal, il team di sviluppo ha potuto sfruttare la soundtrack originale composta da Ennio Morricone, e qui bisogna stare solo zitti e inchinarsi al maestro.
In conclusione “The Thing” si rivela un ottimo titolo da rigiocare e riscoprire anche se soggiogato da una trama che inizia splendidamente ma che poi va a proseguire malamente, lasciando un pò di amaro in bocca. Ma se siete fan accaniti de La Cosa non lasciatevelo sfuggire, anche perchè l’attesa per l’imminente prequel è ormai alle stelle.
httpv://www.youtube.com/watch?v=KkjYdD9B66g
About Giovanni Lorecchio
Famiglia modesta, lui un po’ meno. Un folle, dilaniato da miliardi di idee ma con pochi mezzi per realizzarle. Grande appassionato di cortometraggi in computer grafica e di colonne sonore, ama particolarmente l’accostamento horror/sci-fi. Odia il brutto cinema e si dedica alla composizioni di colonne sonore di genere.
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ago 19, 2011Posted By
Andrea LanzaMe lo ricordo un gioco ben fatto. Ci giocai e lo finii su pc, ma ricordo mi deluse pechè lo volevo più spostato verso il tema della paranoia su chi fosse l’alieno, cosa che veniva un po’ mal sfruttata. Per caso Giovanni hai mai provato il gioco tratti da Dal tramonto all’alba?
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set 16, 2011Posted By
Giovanni LorecchioSai che i giochi tratti da “Dal Tramonto all’ Alba” mi sono sfuggiti?
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set 24, 2013Posted By
Livionon ero a conoscenza di questo gioco o_O