Un circo itinerante, una vampira bellissima quanto letale, tre adolescenti a caccia di avventura: questi gli ingredienti dell’horror “dei ricordi” di Richard Laymon.
Un filone da sempre fortunato della narrativa horror è quello dei “ricordi”, di quelle storie in cui l’autore, in prima persona, racconta un’avventura vissuta da bambino o da ragazzo. Stephen King è stato un maestro in questo, regalandoci capolavori come It o Il Corpo (da cui è stato tratto il film Stand by me – Ricordo di un’estate), ma altri come Dan Simmons o Richard Laymon hanno scritto racconti che difficilmente scorderemo.
Uno dei migliori romanzi di quest’ultimo autore, nello specifico, è da poco arrivato in Italia, tradotto e pubblicato dalla Gargoyle Books. Si tratta de Il Circo dei Vampiri, avventura che vede tre adolescenti, Dwight, Rusty e Slim, vivere un’estate indimenticabile, di quelle che rimarranno scolpite nella loro memoria per sempre.
Siamo in una piccola cittadina rurale dell’America degli anni ’60 e durante l’estate arriva in città uno spettacolo itinerante che come principale attrazione ha una presunta vampira, Valeria, l’unica succhiasangue sopravvissuta in cattività. Dopo aver tappezzato il paesino di manifesti pubblicitari, la compagnia prende dimora nel Campo di Janks, un luogo maledetto dove sono accadute cose inenarrabili e che rappresenta un costante monito per i cittadini di Grandville. Lo spettacolo è un’attrazione irresistibile per i tre ragazzi, morbosamente curiosi di vedere all’opera un vampiro.
Mantenendosi su uno stilema classico e tratteggiando personaggi abbastanza conosciuti (l’amico sovrappeso, la ragazza-maschiaccio con un difficile passato alle spalle e un protagonista diviso tra l’affetto per Rusty e l’amore per Slim), Laymon costruisce una storia molto avvincente e coinvolgente. Ambientata in un solo giorno, l’avventura dei tre ragazzi si sussegue senza soluzione di continuità, tra brevi pause e colpi di scena improvvisi. Grandville sembra trasformarsi in una sorta di Salem in cui la presenza della banda circense, capitata dal fascinoso Julian Stryker, crea scompiglio e agitazione, risvegliando quelle forze malefiche nascoste nel Campo di Janks.
Nel breve giro di ventiquattro ore, Laymon riesce a sviluppare sia i personaggi che le loro storie, ma riesce soprattutto a creare un’atmosfera di febbrile attesa per l’esibizione della vampira Valeria che ci fa penare una volta per uno e una volta per l’altro protagonista. Il finale, poi, è quanto di più scoppiettante ci si possa aspettare, con un ritmo incalzante e una sensazione a metà tra l’angoscia e l’ansia per il destino dei tre ragazzi, sempre in bilico tra diventare leggenda o andare incontro a un triste destino.
Unico punto dolente del romanzo l’editing (cosa del tutto anomala per una pubblicazione targata Gargoyle). Moltissimi, troppi, i refusi sia ortografici che d’impaginazione; e qualche perplessità anche sulla traduzione, spesso ripetitiva e ridondante nell’utilizzo ad esempio del verbo “accoccolarsi”.
About Marcello Gagliani Caputo
Giornalista pubblicista, scrive racconti (Finestra Segreta Vita Segreta), saggi sul cinema di genere, articoli per blog e siti di critica e informazione letterario cinematografica, e trova pure il tempo per scrivere romanzi (Il Sentiero di Rose).