E’ sufficiente una mezzora per rendersi conto che siamo di fronte ad un nuovo meraviglioso fenomeno di commedia horror, meritevole di un posto nel gotha. Molto più profondo di quanto sembri, divertente quanto promette. E senza metterla su tette e culi.
Tucker (Alan Tudyk, Io Robot, Transformers 3) e Dale (Tyler Labine, Reaper) sono due imbranati ragazzotti di campagna, trasandati nel fisico e nel look. Amano la pesca e per questo motivo Tucker, che tra i due è il più intraprendente, ha acquistato una fatiscente casetta nel bosco per ristrutturarla e passare qualche weekend a pescare nei laghetti limitrofi.
La stessa zona è la destinazione scelta da Allison (Katrina Bowden, Sex Movie) e dai suoi amici per qualche giorno di camping. Loro, facoltosi e curatissimi studentelli di città, si farebbero uccidere piuttosto che avvicinarsi alle barbe incolte e alle sudicie salopettes di “hillbillies” come Tucker e Dale. Il caso vuole però che, prima lungo il tragitto e poi nel bosco, le loro strade si incrocino e una lunghissima serie di equivoci convinca gli studenti che i due pescatori siano in realtà squilibrati assassini, abbiano rapito Allison e siano pronti a dare il via ad una carneficina. Situazioni tragiche e paradossali fortificheranno queste convinzioni scatenando la controffensiva degli amici della ragazza. E una folle e divertentissima commedia horror.
“Il precedente proprietario doveva essere un archeologo” dice Tucker osservando inquietanti reperti alla Non Aprite Quella Porta appesi nella baracca appena rilevata, sintetizzando nella battuta i geniali rimandi-tributo condensati in Tucker & Dale vs Evil, parodia mai volgare o sguaiata del filone campagnol-maniaco (e degli slasher da “camp” in generale) nato proprio col menzionato filmone di Hooper. I pregiudizi nei confronti dei boscaioli un po’ grezzi, che negli horror anni 70 e 80 erano sinonimo di perversi e primitivi cannibali, vengono sezionati, messi alla berlina e ribaltati. Tucker e Dale sono infatti due ingenui e candidi pezzi di pane, ma ogni loro gesto, mal interpretato, peggiora la situazione e crea attorno a loro un’aura di malvagità. I fraintendimenti, ovviamente, sono esilaranti e giocano fortemente sui clichés, come quando Tucker – inseguito in realtà da uno sciame di api fuoriuscito da un tronco appena segato – corre fra gli alberi urlando e brandendo una motosega impazzita (facile cogliere la citazione). Proprio questa situazione, come molte altre, conduce a uno sfigatissimo ed accidentale suicidio di uno dei campeggiatori, facendo montare la paranoia e i qui pro quo, così come le risate e le situazioni surreali.
E’ sufficiente una mezzora per rendersi conto che siamo di fronte ad un nuovo meraviglioso fenomeno di commedia horror, meritevole di un posto nel gotha che ospita i vari L’Armata Delle Tenebre, Ammazzavampiri (altra bellissima fiera dell'”equivoco”) e L’Alba Dei Morti Dementi. Tucker & Dale vs Evil regala almeno una decina di momenti di pura comicità (con morti improbabili ed acrobatiche che neanche Final Destination…) ma non è mai pacchiano. Anzi, sfoggia uno splatter di lusso, sprazzi di tensione e persino alcune situazioni sentimentali e commoventi. Allison confida a Dale “studio psicologia perchè credo che la maggior parte dei casini derivi da problemi di comunicazione” e il film ne è l’intelligentissima dimostrazione. Molto più profondo di quanto sembri, divertente quanto promette. E senza tette e culi. Tucker e Dale sono brillantemente interpretati da due attori adorabili e legati da una totale alchimia, un po’ come il tandem Pegg-Frost di “Shaun”. Eli Craig (che dirige e co-sceneggia) fa bingo al primo colpo. Stupendo.
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