Savage County è rivolto agli adolescenti americani con la fissa dell’horror e troppo spaventati (o castigati) per andare al cinema o al videonoleggio. Ma perchè propinare loro questa robaccia?
Il diploma: tempo di cambiamenti e di speranze. Nell’universo horror, anche di sventure. A volte le cause sono di forza maggiore (Non Entrate In Quella Casa, 1980), altre volte ci pensa la sconfinata idiozia messa in mostra senza ritegno dai protagonisti. E’ questo il caso di Savage County.
Loro, da bravi buontemponi, la rovina personale se la cercano ronzando attorno a una dismessa ed isolata baracca presa pari pari da Non Aprite Quella Porta. Così come sembrano usciti da lì i malatissimi “rednecks” (quelli che, cinema docet, vanno lasciati nel loro brodo) che ci abitano e che all’inizio sopportano la goliardia ma poi, vista l’insistenza, la fanno terminare con le cattive. I giovani cafoncelli si difendono come possono (con una pala da giardino, per la precisione) e abbattono uno dei campagnoli. Il resto della famiglia rende pan per focaccia rifacendosi su un’amica del gruppo, giunta casualmente nella casa poche ore dopo il misfatto. Per salvarla e restare impuniti, i ragazzi decidono di fare a meno della polizia e provano a reintrodursi nella catapecchia. Che casino, non era meglio una bella pizzata? Il primo sentore di cacchiata giunge in apertura col logo di Mtv, distributore e promotore del film; non passa molto e l’inquietante sospetto diventa realtà, voilà un palloso prodottino per la tv e per i pigiama party. Certo, Savage County è rivolto agli adolescenti americani con la fissa dell’horror e troppo spaventato (o castigati) per andare al cinema o al videonoleggio. O timorosi di partire in quarta con Martyrs. Ma perchè propinare loro questa robaccia? Sembra l’insalatona fatta con gli avanzi dei giorni prima, che erano buoni ma che ora hanno un odoraccio insopportabile.
In questo misto scadente ci sono Hooper, Rob Zombie, un po’ di torture porn con la museruola, persino il già poco originale Wrong Turn. Copia delle copie, tv-movie lobotomizzato con poco orrore e sotto anestesia. Savage County, per farla breve, è senza speranza. Il target non è certo quello dei palati fini, ma non bisogna commettere la leggerezza di prendere per vera l’equazione teen horror = immondizia. Basti pensare ai tanti brillanti scripts di Kevin Williamson (So Cosa Hai Fatto per restare in tema, ma anche The Faculty) per sfatare il mito e suggerire al regista David Harris qualche ripetizione. Paradossalmente, la rapina di temi, toni e ambientazioni copre le magagne tecniche, qui ultimissimo dei mali. Film stolto per televisione vuota.
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