Cinema Mask Maker (Maskerade)

Mask Maker (Maskerade)

Mask maker è un frappè di tanti film senza la preoccupazione di una sceneggiatura: siamo dalle parti di un qualsiasi Venerdì 13 anni ’80 senza però l’estro e la crudeltà di quei film.

Una casa isolata, un gruppo di amici in vena di divertimento a base di sesso e alcool e un maniaco omicida col vizio di staccare la faccia alle sue vittime. Jason Vorhees? Faccia di cuoio? No, Mask Maker!

Lo slasher è uno dei sottogeneri dell’horror meno fantasiosi esistenti. Certo con Halloween e Reazione a catena Carpenter e Bava sono stati dei precursori e i loro film dei piccoli capolavori, ma, poche eccezioni a parte, i numerosi film del filone si adagiano soprattutto sul body count, le morti ai danni di adolescenti in fregola commesse da un assassino mascherato. Cambia la fantasia degli omicidi (un mediocrissimo Bloody Murder 2 per esempio è una delizia per la varietà delle morti), ma la sostanza resta sempre il connubio tette (si spera) e sangue. Alle soglie del 2012 il referente piu’ vivo del genere è senza dubbio lo Scream di Craven che ha tentato fin dagli albori un apprezzabile approccio metacinematografico al filone, ma creare uno slasher davvero originale non è facile. Al regista Griff Furst questo non deve realmente interessare visto che il suo Mask maker (conosciuto anche come Maskerade) è un frappè di tanti film senza la preoccupazione di una sceneggiatura. Siamo dalle parti di un qualsiasi Venerdì 13 anni 80 senza però l’estro e la crudeltà di uno shooter (con tutto il rispetto per questo termine) alla Joseph Zito o Steve Miner. Certo anche qui il sangue non manca, ma l’idea di un maniaco che stacca la faccia per applicarsela sul viso sa di stantio e credo che ogni buon appassionato del cinema horror abbia visto almeno una volta nella sua vita il Letherface di Non aprite quella porta. Griff Furst viene dai film Asylum e neanche in campo mockbuster (l’imitazione a basso budget di blockbuster) è riuscito a farsi un nome. Prendiamo per esempio il suo I am Omega, risposta a I am a legend con Will Smith: se sulla carta poteva essere un grande film del rutto libero e della birra (Mark Dacascos che a colpi di kung fu prende a mazzate degli zombi incazzosi) tutto viene rovinato dalla regia piattissima e dalla messa in scena di agghiacciante approssimazione. Qui è un po’ meglio a dire il vero: l’intro e alcune idee, sopratutto nella psicologia dei personaggi, non sono disprezzabili, ma il tutto nel complesso purtroppo è stanco, incapace di appasssionare e la noia si sa per un horror è come il sole per i per i vampiri. Tra volti sconosciuti e non molto efficaci spiccano due facce conosciute: Treat Williams che ha cominciato con Hair di Milos Forman per naufragare tra gli squali anni 90 di Tonino Ricci, e Michael Barryman, il pelatone di Le colline hanno gli occhi, una faccia così cult da scatenare l’applauso a scena aperta fregandosene della bassa qualità di questo film. E credetemi se vi dico che Mask Maker non è solo brutto, ma proprio inutile!

Mask maker

Regia: Griff Furst
Interpreti:
Nikki Deloach, Stephen Colletti, Anabella Casanova
Durata
: 90 min.
Inedito in Italia

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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