«Erano quasi le tre del mattino. Nella sua saletta di proiezione, Ludovic prese dalla scatola l’ultima bobina. Non aveva etichette.
Ma lui era un collezionista e, come tutti i collezionisti, da sempre sognava d’imbattersi nel capolavoro perduto di qualche grande regista: Méliès, Welles, Chaplin… Era già successo ad altri, poteva succedere anche a lui, no? Sulla pellicola, c’era una scritta: 50 fotogrammi al secondo.
Strano, pensò. La velocità normale è di 24 fotogrammi al secondo… Poi scosse la testa, montò lapellicola nel proiettore e lo fece partire. Sullo schermo bianco apparve una macchia nerastra. Poi, in alto a destra, prese forma un cerchio bianco. Forse è un difetto della pellicola, si disse Ludovic.
Il film cominciò. Dopo qualche istante, Ludovic si alzò, fece qualche passo, poi inciampò e cadde pesantemente a terra. Non ci vedeva più. Era diventato cieco.»
Se per voi il noir francese è ormai soprattutto Fred Vargas, sarà il caso che teniate d’occhio Franck Thilliez. Di prossima uscita per la casa editrice Nord con il suo “L’osservatore”, Thilliez, dopo i recenti successi alla Fiera del Libro di Francoforte, all’estero è già stato consacrato come una delle penne più “calde” di questi ultimi anni, capace di conquistare anche il durissimo mercato
americano, di solito assai restìo ad accettare autori non autoctoni con un genere, il thriller, in cui gli USA si reputano padroni indiscussi.
Emerso a furor di popolo con “La stanza dei morti”, Thilliez intride i suoi romanzi di atmosfere cupe ed intrecci mozzafiato. In questo suo nuovo colpo letterario, il mistero si dipana attorno ad una pellicola maledetta, a terribili omici seriali che attraversano gli anni e a dettagli intricatissimi e intriganti, di quelli che incollano gli occhi del lettore alle pagine.
Torna in questo volume l’Ispettore Sharko, già protagonista del prededente “La Macchia del peccato”. E come sempre, l’appuntamento con il brivido è in libreria, a partire dal 15 settembre.
Franck Thilliez (Annecy, 1973), oltre che scrittore è anche ingegnere informatico. Nato ad Annecy, vive nel Pas-de-Calais, nell’estremo Nordest della Francia. E’ appassionato di tecnologie telematiche.
About Simona Bonanni
Simona da piccola aveva paura dei vampiri, oggi non ne può più fare a meno, a costo di incappare in libri e film di discutibile qualità. Artisticamente onnivora, è attratta da tutto ciò che è strano, oscuro e singolare. Divora pagine in gran quantità, scrive, fotografa, crea e dà molto credito a tutto quello che le passa per la testa. Ma l’unico che l’ascolta è il suo gigantesco gatto nero.
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