I vampiri dell’11 settembre – Clanash Farjeon

Un’inquietante riflessione sui tragici eventi dell’11 settembre 2001 e sulla teoria del complotto. Una coraggiosa e dura denuncia della perversità del potere.

Sulla teoria complottistica riguardo i tragici eventi dell’11 Settembre 2001 sono state scritte migliaia di pagine e impressi metri e metri di pellicola, ma mai prima di oggi se ne era parlato in un romanzo. Ci ha pensato Clanash Farjeon, anagramma dell’eclettico Alan John Scarfe, attore di teatro nonché televisivo (ha partecipato ad alcuni episodi delle serie Star Trek: Voyager e Star Trek: The Next Generation) che con il suo I vampiri dell’11 settembre ha affrontato un’avventura che non tutti sarebbero stati in grado di portar e a termine.

Il romanzo pubblicato in Italia dalla Gargoyle Books, sempre attenta a scoprire quanto di interessante viaggia nel mondo editoriale straniero, è il secondo (il primo è I vampiri di Ciudad Juarez) di una trilogia che l’autore ha dedicato ai vampiri. Nel caso di I vampiri dell’11 settembre, ci troviamo però di fronte a un’opera abbastanza anomala in cui non c’è un vero e proprio nucleo narrativo o un intreccio, ma più una riflessione su quanto si nasconderebbe dietro il crollo delle torri gemelle di New York. Con uno stile duro e incisivo, pieno di guizzi ironici e sarcastici, l’autore attacca senza termini il governo americano, in particolare l’allora vice-presidente Dick Cheney e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Condoleezza Rice, veri presunti artefici della tragedia insieme al vecchio burattinaio Henry Kissinger (che guarda caso nel 2002 fu messo a capo di una commissione incaricata di chiarire gli eventi dell’11 settembre) . L’immagine che Farjeon dà dell’America governata da Bush Jr. è inquietante quanto deprimente: l’avidità di potere e denaro non sembrano avere limiti e nessuno è disposto a fermarsi neppure davanti a migliaia di vittime. Il tutto condito da una spruzzata di soprannaturale con delle misteriose apparizioni apparentemente senza spiegazioni, ma forse risultato semplicemente di “Un’incontenibile pressione di un senso di colpa sottocutaneo che sgorga come pus da un foruncolo”.

La storia si sviluppa attraverso le vicissitudini del giornalista inglese Michael Davenport in visita a New York che si trova coinvolto in questa serie di con delle visioni apparentemente inspiegabili collegate con gli eventi dell’11 settembre, ma ben presto prende una decisa rotta verso la disamina della teoria del complotto, anche grazie a informazioni precise e a testimonianze che confermerebbero tale sconvolgente ipotesi. Un libro da leggere per riflettere e capire la perversità del potere, ma anche per apprezzare lo stile vivace e spassoso di Farjeon, autentica rivelazione editoriale, e autore coraggioso che non teme di usare espressioni dure nei confronti dei potenti come George W. Bush definito “criminale di guerra degenerato”.

 

Altri articoli: