Roland Emmerich (Independence Day, L’Alba Del Giorno Dopo, 2012) dovrebbe essere grato al pianeta (e ai botteghini sparsi sul territorio), eppure neanche i maya gliel’hanno “tirata” così tanto. Hell, di cui Emmerich è produttore esecutivo, racconta di una terra prosciugata ed arrostita dal sole.
Ciò che prima era fonte di vita, ora minaccia la sopravvivenza dell’umanità. La stella non illumina più, brucia ed uccide. La temperatura è aumentata di oltre 10 °C, niente più vegetazione, niente più animali. Poche e disperate persone lottano alla ricerca di una speranza. O almeno di un calippo.
La breve sinossi di questa produzione svizzero-tedesca ci dice che Phillip, Maria e la sorellina Leonie sono diretti verso le montagne dove – corre voce – c’è ancora un po’ d’acqua. In viaggio sulla loro auto dai vetri oscurati incontrano Tom, un abile meccanico di cui, forse, non c’è troppo da fidarsi. Come se non bastasse, prima di giungere a destinazione, la comitiva cade vittima di un agguato: evidentemente il sole e il caldo non sono gli unici nemici lì attorno. La prima parte del film fa montare i reciproci sospetti e i litigi fra i membri del gruppo, la seconda compatta questi ultimi di fronte a un pericolo esterno assai più pericoloso (ma sulla vera natura dell’imboscata, non è trapelato ancora nulla). Ci avevano fatto credere che il sole stava per spegnersi (Sunshine, The Road) invece pare che non avremo problemi di tintarella. Ci avevano raccontato (ed era stato proprio il buon Roland!) che tra un paio d’anni saremmo giunti al capolinea, invece Hell (titolo che gioca sul significato tedesco – chiaro, luminoso – e su quello più ovvio inglese) va in scena nel 2016. 4 anni di bonus per incassare qualche miliardo in più e costruire un bel bunker privé?
Proiettato in anteprima lo scorso giugno al Munich Film Festival e in uscita (in Germania) a settembre, il film scritto e diretto dal tedesco Tim Fehlbaum sembra puntare più alla sostanza che alla forma, ai lustrini e ai proclami. Il budget non è certo quello di altre produzioni emmerichiane e questo potrebbe paradossalmente rivelarsi un gran punto a favore. Il primo succinto clip, che potete vedere qua sotto, sfoggia un’accecante fotografia, aridi scenari e nervi tesi tra i protagonisti abbigliati con un perfetto look neobeduino dalla costumista Leonie Leuenberger. Attendendo nuove immagini e un trailer (e magari una data di uscita nelle sale italiane), facciamo riserve d’acqua e ci auguriamo che le sensazioni di cui sopra siano esatte. Se la terra deve collassare, che succeda con stile.
httpv://youtu.be/NImKOiPEhSo
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