Lara Manni, giovane autrice romana, unisce sfumature horror, fantasy ed elementi della mitologia nipponica nei suoi romanzi Esbat e Sopdet.
All’interno del panorama del fantastico italiano, negli ultimi anni in continua crescita ed espansione, si fa notare tra l’esiguo numero di autori italiani (in particolare donne), che sono approdati con successo in libreria, la scrittrice romana Lara Manni, autrice di Esbat (Feltrinelli 2009) e Sopdet (Fazi 2011).
“I demoni sono memoria, non rimpianto. Ricordano il rumore di ogni passo e gli infiniti modi in cui l’erba può frusciare mentre la calpestano.”
Nel 2009 Feltrinelli pubblicava il romanzo d’esordio horror/fantasy di un’autrice conosciuta in rete (in particolare sul sito di EPF) con lo pseudonimo di Rosencrantz (Amleto). Esbat, nato originariamente come fanfiction del celebre manga di Rumiko Takahashi Inu Yasha, è un romanzo particolare che, in un perfetto sincretismo di elementi e commistioni di genere (maggiormente accentuato nel sequel), riesce a elaborare un intreccio coinvolgente e inusuale che unisce il fantasy urbano alle affascinanti atmosfere giapponesi, il tutto tinto col colore rosso del sangue.
Prendono forma dalle pagine immagini vivide e realistiche, intessute con maestria dallo stile pulito (spesso frammentato e sincopato) dell’autrice, che si susseguono a ritmo serrato nel testo fino a comporre, un paesaggio narrativo che scorre quasi visivamente davanti agli occhi del lettore.
Esbat
Piuttosto crudo, realistico e introspettivo, questo romanzo d’esordio ritrae uno spaccato della quotidianità dei suoi protagonisti, che rendono partecipe il lettore delle loro profonde inquietudini, dei loro confusi desideri e delle loro paure ataviche; sentimenti ed emozioni contrastanti, a volte immotivati e irragionevoli, radicati tenacemente nei loro animi travagliati. La penna dell’autrice traccia con abilità il profilo psicologico dei suoi personaggi, i meandri più reconditi della loro psiche, i loro paesaggi interiori sfuocati ed impenetrabili che soggiacciono al potere del desiderio. L’anelito all’impossibile, a ciò che non possono ambire, che domina incontrastato in loro, li porta a compiere azioni irrevocabili e impensabili, che travalicano la loro stessa natura intrinseca.
Le vicende del romanzo si snodano tra Giappone e Italia e vedono come protagonisti principali la Sensei, famosa mangaka di cui però non si conosce il nome, il demone Hyoutsuki e una giovane quindicenne di nome Ivy. Una sera mentre sta disegnando le tavole conclusive del suo celebre manga, la Sensei sente, alle sue spalle, una voce profonda e gelida che la chiama. Sente il cuore battere all’impazzata, l’eccitazione prende il sopravvendo, ma la ragione le suggerisce che lui non può essere lì, in casa sua, con i lunghi capelli bianchi che fluttuano al lieve soffio del vento. Non può aver valicato il confine tra due mondi per arrivare nel suo salotto, illuminato solamente dai tenui raggi della luna. Deve trattarsi di un sogno irreale. Come può Hyoutsuki, il personaggio creato dalla sua abile mano di artista, essere proprio lì, accanto a lei? Come ha fatto il demone ad arrivare nel suo mondo superando il sottile confine che separa le loro due dimensioni? Tramite un Esbat.
Il desiderio, che ha portato il demone nella dimensione umana, è freddo come la sua essenza, senza traccia di sentimento, ma solo mero interesse: vuole vivere per sempre in un’istante d’eternità cristallizzato nel tempo, senza che nulla muti. Spinto da questa sua impellente necessità di ristabilire l’ordine delle cose incontra nel mondo degli uomini la sua creatrice, colei che gli ha donato il soffio della “vita“. Con una sua carezza indifferente, egli risveglierà la passione dormiente che albergava in lei e la sua ossessione per l’oggetto amato.
La Sensei accecata da un sentimento effimero, destinato a spegnersi nel gelido abbraccio dell’amante, conoscerà l’abisso oscuro della follia umana che la condurrà inesorabilmente a mietere giovani vite innocenti per alimentare il suo irrazionale desiderio. Mentre un pallido riflesso dell’amore e l’incessante ricerca di una vittima per compiacere la propria ambizione ottenebrano la fragile mente della Sensei, il lettore fa la conoscenza di Ivy: una ragazza emo, un pò grassoccia e con pochi amici. Una grande fan del manga della Sensei che vive le sue giornate attraverso i suoi viaggi onirici in un mondo di mezzo, dove può interagire con i personaggi del manga, senza dover richiamarli attraverso un Esbat.
Molteplici realtà che si intrecciano, più anime che si incontrano in una fusione disperata e inquieta di desideri e passioni, che ammicca vistosamente al genere horror. Uno stile diretto e graffiante che tratteggia la storia con rapide pennellate rosso sangue e scandaglia magnificamente l’animo di ciascuno dei protagonisti. Un romanzo terribile e seducente che ritrae le luci e le ombre di tre anime misteriose e ambigue, che fanno parte di un oscuro disegno superiore.
«Esistono altri mondi», dice la madre alla bambina, mentre camminano nel sottopassaggio della metropolitana. «Un po’ come i mondi delle fiabe, ma veri».
Sopdet
Sopdet è il secondo romanzo dell’autrice, in libreria per Fazi da febbraio del corrente anno. In questo romanzo si accentua maggiormente l’inclinazione dell’autrice all’unione di elementi appartenenti a generi differenti. Sopdet, romanzo decisamente più maturo a livello stilistico e di strutturazione della trama, infatti, si presenta come un affascinante fanta-horror innestato in una cornice storica italiana ben costruita, che ritrae 3 momenti bui del nostro passato: le 2 guerre mondiali, che hanno lasciato dei solchi profondi nell’epoca e che risuonano ancora oggi come monito per il futuro, e gli anni di piombo del ’77.
Testimone muta delle vicende che si susseguono in questo romanzo, è Sirio la stella del cane, che appare ogni mille anni nei nostri cieli: grazie al potere di questa stella per 70 giorni il confine tra il mondo dei demoni e quello degli umani si farà così sottile da scomparire temporaneamente, lasciando spazio a quella secolare avversità che da sempre divide Hyoutsuki e Yobai, i due vertici di un sanguinoso triangolo che si chiude con Ivy, una giovane ragazza romana sbocciata nell’adolescenza. Un candido fiore che sta per essere reciso…
Hyoutsuki e Yobai valicano i confini spazio-temporali prendendo sembianze terrene. Seguono il volere di Axieros, la dea del caos, loro malgrado. Quella stessa dea che si diverte a giocare con le loro esistenze e paure. Senza che essi, se non alla fine, comprendano il suo vero intento: corromperli e cambiarli.
Mentre loro si misureranno in uno scontro all’ultimo sangue, nascondendosi tra varie epoche e sotto falsi nomi, Ivy dovrà combattere un nemico che si cela nell’ombra: Johann. Occhi azzurri e una bellezza sovrannaturale. Un’adolescente come tante si troverà ad affrontare un nemico immortale, che le vuole strappare l’ultimo brandello di vita che le rimane. Ivy, con il suo potere di interferire con un’altra dimensione, è ormai diventata una giovane donna dai lunghi capelli color platino e dagli occhi tristi. Occhi che hanno assaporato la vista di Hyoutsuki. Ma quando si è toccato per un istante il paradiso, come si può vivere nella sua assenza?
“I demoni sanno, ma non provano gioia o dolore, ne vorrebbero tornare ai momenti che hanno attraversato nel tempo”.
Sullo sfondo di tre epoche storiche, che hanno segnato col sangue la storia italiana, Hyoutsuki e Yobai conosceranno il cambiamento, che peserà sulle loro esistenze, mai scalfite dal trascorre inesorabile dei secoli. Un cambiamento che per Hyoutsuki si traduce nella nascita del desiderio vero e totalizzante della carne e dell’apertura di una minuscola fessura nel suo cuore ghiacciato, mentre per Yobai significa accogliere dentro di sé il seme della rabbia e dalla furia cieca che ottenebrano il suo limpido giudizio.
Un romanzo coraggioso, senza troppi sentimentalismi, che ritrae con disincanto la realtà striata da crudeltà e innocenza. Una bellezza spietata, quella di questa storia, che scava in profondità fino a raggiungere le corde più intime dell’anima. I romanzi della Manni, per citare l’autrice stessa, sono come “una stanza disabitata che si schiude dietro una porta lasciata accostata e dove non si deve entrare, ma a cui è impossibile resistere.” E voi? Riuscirete a resistere alla tentazione di aprire questa porta?
Lara Manni si classifica per la sua originalità e il suo indubbio talento narrativo e stilistico come una delle signore, insieme a Chiara Palazzolo, del fantastico italiano.
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