Un intrigante thriller dalle sfumature horror ambientato negli splendidi e inquietanti paesaggi della Maremma toscana. Cosa si nasconde dentro la locanda La Foresteria delle tre sorelle?
Scoprire un nuovo talento della narrativa italiana è sempre un piacere, soprattutto quando questo non scrive le solite banalità, ma decide di scontrarsi contro l’indifferenza che buona parte del mondo dell’editoria dimostra ancora nei confronti del soprannaturale.
Illune di Andrea Biscaro, edito dalla casa editrice Effigi, è un mix tra horror e thriller, ambientato nelle campagne della Maremma toscana e che vede come protagonista lo scrittore in crisi Antonio Brando alle prese con un nuovo lavoro. Per portarlo a termine, lo scrittore si rifugia in una locanda misteriosa in cui presto cominceranno a succedere strani avvenimenti. Tra incontri inquietanti e figure affascinanti, presto Brando capirà che La foresteria delle tre sorelle non è soltanto un semplice albergo per turisti…
Seppure l’idea di base non sia proprio innovativa (lo scrittore in crisi alla ricerca di una nuova fase della sua carriera), il romanzo di Biscaro si legge volentieri. Grazie a uno stile molto ritmico, a tratti quasi convulso, maniacalmente descrittivo, l’autore riesce a creare attorno ai suoi personaggi un mondo fatto di angoscia e inquietudine. Le atmosfere e i luoghi che descrive si respirano pagina dopo pagina, molte volte si ha la sensazione di vederli i posti descritti nel libro e si ha voglia di andarli a visitare, su tutti Pitigliano, piccolo borgo pronto a trasformarsi in un labirinto di vicoli, viuzze e budelli senza uscita.
Nonostante la forzata unità di luogo e i pochissimi personaggi del libro (Brando più alcune figure sfuggenti che appaiono e spariscono con la stessa velocità di una pallina di gomma nelle mani di un prestigiatore), la storia non risulta mai noiosa o ripetitiva. L’autore è bravo nel farci vivere le emozioni e gli accadimenti che coinvolgono il protagonista, tenendoci costantemente in bilico tra sogno e realtà. Straordinarie le scene più horror del romanzo, come l’avventura nella palude grossetana o la prima sortita nei sotterranei della locanda.
Qualche appunto invece sull’editing, eseguito in maniera un po’ superficiale. Il “sì” scritto a volte con l’accento e a volte senza, un paio di importanti sviste come “un’orario” (pag. 86) o “un’incedere” (pag. 90) e qualche refuso qua e là, per il resto una scrittura immediata in cui l’uso della prima persona non appesantisce troppo la narrazione.
Biscaro va senz’altro seguito, potrebbe essere l’ennesima dimostrazione della fertilità creativa che si agita nel sottobosco dell’editoria italiana.
About Marcello Gagliani Caputo
Giornalista pubblicista, scrive racconti (Finestra Segreta Vita Segreta), saggi sul cinema di genere, articoli per blog e siti di critica e informazione letterario cinematografica, e trova pure il tempo per scrivere romanzi (Il Sentiero di Rose).