InXile Entertainment decide di esordire nella “Next Gen” con “Hunted: The Demon Forge” (in italiano “Hunted: La Nascita del Demone”), Action RPG che mixa alcuni tra i più classici elementi fantasy e alcuni (pochi in realtà) spunti molti cari al genere horror.
Supportati, nella pubblicazione, da quei geniacci di Bethesda (“Fallout”), i ragazzi di InXile ci propongono un Hack’n’slash cooperativo in grado, con leggerezza, di regalarci un’esperienza di gioco fatta di combattimenti serrati e veloci, incantesimi e veramente tanta azione.
Purtroppo tanta carne al fuoco non è sempre sinonimo di buon arrosto e infatti il gioco fallisce nell’intrattenere proprio in quello che secondo gli sviluppatori doveva essere il suo punto di forza: la chiave ruolistica. Ma andiamo ad analizzare meglio i vari aspetti del titolo, qui recensito nella sua versione per Sony Play Station 3.
Hunted è stato pensato e concepito principalmente per il gioco cooperativo (online e locale), quindi era ovvio aspettarsi due protagonisti sullo schermo. Vestiremo i panni di due mercenari: Caddoc, muscoloso uomo con qualche anno sulle spalle, e E’Lara, affascinante elfa dal vestiario – ovviamente – poco casto che lascia ben poco all’ immaginazione. Gli animi del duo sembrano mossi solamente dalla voglia di recuperare un discreto gruzzolo di danari, magari per sistemarsi una volta per tutte e ritirarsi a più godibile vita. Proprio nella caratterizzazione dei due protagonisti Hunted presenta il suo pregio più grande, allontanandosi dagli stereotipi caratteriali che affliggono la maggior parte dei protagonisti digitali che “affollano” le nostre TV. Se la loro professione li porta a essere comunque piuttosto spavaldi, Caddoc rappresenta l’anima apprensiva, razionale e temporeggiatrice del duo. Tutto il contrario l’elfa: precipitosa, istintiva, e molto irruente. Caddoc rappresenta l’umanità, che per quanto coraggiosa è rinchiusa in un corpo fragile e dalla vita relativamente breve. Quindi il nostro omone non può fare a meno di preoccuparsi maggiormente per i pericoli che può correre (leggesi: portare a casa la pelle). E’Lara, nonostante l’aspetto da ragazzina, ha già più di mezzo secolo di vita e, grazie alle caratteristiche della sua razza, affronta lo spettro della morte con una punta di superiorità, e se si vuole di sfida.
Sul piano della sceneggiatura possiamo affermare con sicurezza che il team di sviluppo non ha declinato situazioni e dialoghi banali. All’inizio dell’avventura, infatti, un inaspettato incontro con una donna misteriosa scatenerà un nuovo cataclisma su una terra già devastata, costringendo la coppia di eroi a imbarcarsi in un’impresa dagli esiti scontati e prevedibili. Colpi di scena telefonati si alternano a battute che non riescono ad approfondire alcuni e molto interessanti tratti caratteriali dei due protagonisti, né esplorano con attenzione il rapporto che li lega. Hunted rappresenta un’avventura fatta soprattutto di luoghi e ambientazioni che riportano alla mente quelli di “Dungeons & Dragons” e de “Il Signore degli Anelli”, senza però soddisfare anche i più accaniti giocatori del genere.
Altro aspetto che balza subito all’occhio, visto il prodotto, è il gameplay. Gameplay che tradisce e disorienta in partite single player ma che diverte e intrattiene nella cooperativa (meglio se on-line, lo split screen è piuttosto fastidioso). Hunted è un Hack’n’Slash dei più classici che impegnerà più i polpastrelli che il cervello facendovi distruggere indiscriminatamente quantità abnormi di mostri “rubati” da tutto il repertorio fantasy. Caddoc e E’lara hanno caratteristiche belliche divergenti: l’umano è abituato a sentire il sangue che scorre sulle mani, l’altra preferisce colpire dalla distanza, con le sue frecce spietate e precise. Nella modalità single player, in ogni caso, è possibile alternarsi al controllo dei due personaggi, scambiandoli in appositi punti della mappa, e scoprendo così le gioie di un gameplay potenzialmente vario e diversificato. E quasi come il peggior clone di “Gears of War” è infatti possibile entrare in copertura, sparare alla cieca o sporgersi per mirare. Hunted tenta di compiacere il videoplayer con questa sua duplicità. Tenta. Sfortunatamente, non passa molto tempo per accorgersi che il titolo soffre per via di una ripetitività accentuata, che fa poco per rendere più allegre le sessioni di gioco. Un sistema di controllo un po’ legnoso rende inoltre difficile prender di mira i bersagli, mentre nei panni di Caddoc si procede triturando ogni mostro deforme semplicemente premendo confusamente i due tasti d’attacco per generare combo anche poco belle da vedere, mentre nel ruolo svestito di E’lara si dovrà spesso ripararsi dietro alle strutture per poi sporgersi e bersagliare svariati nemici. Il cambio del personaggio sarà legge in quanto molte missioni potranno essere portate a fine solo utilizzando ora la capacità di uno e ora la capacità dell’altra. Cosa che spezza il ritmo e accresce la noia. Sotto questa luce, anche la Longevità tende ad allungarsi, in questo caso in maniera scoraggiante.
Per quanto riguarda il comparto tecnico si tocca davvero un nervo scoperto. La grafica di gioco è infatti il punto più debole della produzione. Ci sono davvero pochi elementi che si salvano e troppi difetti di ottimizzazione. Una modellazione poligonale assolutamente carente, senza attenzioni per il dettaglio e texture che appaiono appena sufficienti a rappresentare questa generazione di games. La stessa desolante situazione si nota dando un’occhiata agli ambienti: spogli e poco originali e diversificati l’uno con l’altro.
Su Playstation 3 si registra poi un accentuato tearing, un pop-up evidente di alcuni elementi e alcune texture che caricano in ritardo insieme a qualche frame-drop difficile da digerire e piuttosto arduo da concepire per un gioco giocabile sulle nuove console.
Poco incisive le musiche di accompagnamento, in alcuni tratti persino brutte. Il doppiaggio in italiano aiuta il titolo di InXile ha prendere qualche punto, ma non parliamo di un lavoro fatto bene come in titoli, anche vecchissimi come il primo “Metal Gear Solid” di Konami.
In definitiva questo Hunted rappresenta per il suo team di sviluppo un’occasione mancata in quanto di potenzialità il titolo ne aveva davvero tante. Un prodotto uscito in sordina che non segnerà la storia di questa recente e assai competitiva nuova generazione videoludica ma che sicuramente saprà, almeno in rete, regalare puro e sano divertimento.
Promosso con una piena sufficienza, ma la delusione è tanta, soprattutto per un titolo distribuito da Bethesda.
httpv://www.youtube.com/watch?v=aZZEaKZua0k
About Giovanni Lorecchio
Famiglia modesta, lui un po’ meno. Un folle, dilaniato da miliardi di idee ma con pochi mezzi per realizzarle. Grande appassionato di cortometraggi in computer grafica e di colonne sonore, ama particolarmente l’accostamento horror/sci-fi. Odia il brutto cinema e si dedica alla composizioni di colonne sonore di genere.
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