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Tutti i Colori della Violenza

Un ritorno in un certo, moderno senso a quanto proposto trent’anni fa dai vari I Spit on Your Grave e The Last House on The Left.

Via da Londra, dentro alla soffocante disperazione della più cupa provincia texana,  l’orrore che ci racconta Simon Rumley è quello concretissimo dei suoi personaggi al limite, di centralissimi luoghi di frontiera dove non c’è alcuna incredulità da sospendere. E, garanzia del regista, se pensavamo avesse raggiunto il parossimo con il precedente The Living and the Dead, è solo perché non abbiamo ancora visto Red White & Blue

Ai tempi di The Living and the Dead” esordisce il regista, al momento impegnato nella direzione di uno dei segmenti dell’antologia Little Deathsuno dei feedback festivalieri che più mi ha reso felice è il sentirmi dire che il mio, pur essendo privo di alcuni elementi fondamentali dell’horror classico, fosse quanto di più horror avessero avuto occasione di vedere all’interno di quella rassegna. Il mio scopo quindi è stato quello di riprovare  a creare qualcosa che mandasse in crisi le solite categorie con cui il pubblico è abituato a decretare ciò che è horror e ciò che non lo è“. Per dare un paio di coordinate alla pellicola è stato scomodato il nome di Michael Haneke e del suo Funny Games per la cruda essenzialità della messa in scena; paragoni impegnativi a parte, è indubbio come ci sia un certo filo rosso a collegare i moventi cinematografici di Rusmley a un certo tipo di registi:  lo script del regista britannico vedrà tre giovani protagonisti – Erica, Franki e Nate – le cui tragiche, disadattate esistenze finiscono per incrociarsi come filo spinato, lacerando tutto quanto di umano e vitale i loro rapporti incontrino sulle proprie strade: un ritorno in un certo, moderno senso a quanto proposto trent’anni fa dai vari I Spit on Your Grave e The Last House on The Left secondo un trend che, oltre a propore remake più o meno dignitosi degli originali, punta a recuperarne, se non le dinamiche da rape&revenge,  lo spirito di spietato e asciutto realismo.

Ogni film dell’orrore ha il proprio killer più o meno convenzionale” continua Rumley “Mi sono quindi impegnato nel cercare di sovvertire le regole dell’horror e dei suoi attori principali: è così che è nato il personaggio di Erica, attorno a cui si è poi sviluppato tutto il resto“. A legare prima e a distruggere poi le esistenze dei personaggi in gioco, una comunione tra violenza quotidiana e sessualità esplicita fondamentale nel determinare gli equilibri di tutta la vicenda: dopo parecchi casting resi fallimentari dalla scomoda importanza del personaggio di Erica, Rumsley è riuscito a trovare nella carneade Amanda Fuller il volto giusto per la protagonista; l’attrice californiana farà compagnia nel cast principale a Noah Taylor (Almost Famous, Charlie and the Chocolate Factory) e Marc Senter (Cabin Fever 2, I Know who Killer Me) rispettivamente nei panni di Nate e Frankie. Red White & Blue esordirà nelle sale UK a partire dal prossimo 17 maggio, mentre per l‘Italia l’unica speranza risiede in un eventuale distribuzione home video.

httpv://www.youtube.com/watch?v=3Pu7mvo0rZ0

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About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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