A giudicare dallo sciagurato script, lo sceneggiatore Robert Orr dev’essere più abile col calcestruzzo che con la penna.
Dopo essersi separata da suo marito, la giovane dottoressa Juliet Dermer decide di trasferirsi a Brooklyn e di ricostruirsi una vita andando ad abitare in un bellissimo e spazioso loft che sembra troppo bello per essere vero. Ma la gioia dura poco: si verificano infatti delle strane circostanze che fanno pensare a Juliet di non essere realmente da sola fra quelle mura, preoccupazioni che presto si trasformeranno in conferme, divenendo terrore puro.
Avevamo parlato già in prececenza, in altri articoli, della decadenza della Hammer film, un tempo focina di talenti e intuizioni, ora risorta a nuova sciagurata vita di mediocrità perenne. Non cambia il nostro parere questo The resident, un po’ meglio del precedente Wake wood, ma sempre materia di inappagamento cinematografico. Salvano qua e là una buona regia del finlandese Antti Jokinen, già regista per il gruppo musicale dei Nightwish, un’ottimo commento musicale di John Ottman e l’interpretazione convincente di Jeffrey Dean Morgan, ormai collaudato cattivo dopo Watchmen. Ma il resto? Navighiamo tra il mediocre e il pessimo, a cominciare da una scialba interpretazione di Hilary Swank, ben lontana dai fasti del premio Oscar per Million dollar baby, e ora ridotta a interpretare ruoli di vittima prestampata senza neanche provare ad infondere alla sua performance un briciolo di convinzione. Ma, peggiore di tutto, la disastrosa e sciagurata sceneggiatura a cura dello stesso regista e di Robert Orr, uno che a giudicarlo da come scrive i suoi film dev’essere più abile col calce struzzo che con la penna. Ad accrescere un certo senso di sconforto il cammeo in salsa incartapecorita del grandissimo Christopher Lee, uno tra gli attori che ha reso grande la stessa Hammer film, e penalizzato qui in un ruolo striminzito striminzito che ti chiedi perchè proprio lui e non un Mario Rossi che passava per strada. Aggiungiamo al disastro che, quando le idee in questo film non sono assurde, sono copiate da altre pellicole, a cominciare dal misconosciuto L’intruso del 1990 con l’ex moglie di Tom Cruise, Mimi Roger, oggetto di attenzioni di un diabolico Gary Busey, fino agli indecenti La casa di Cristina e Oscure presenze a Cold Creek. Imperdonabile il deja vu allo sbando in un thriller che vorrebbe spaventare e già dopo i primi venti minuti ti fa sbadigliare. Io consiglio di passare oltre e santificarmi per lo sforzo di avere visto tutto questo The resident senza il fastfoward.
About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.