Husk mette in scena alcuni tra gli spaventapasseri più paurosi visti in un horror, inquietanti figure asessuate con il sorriso a mò di smile anche quando cercano di squartarti.
Un gruppo di ragazzi si trovano in viaggio a bordo del proprio veicolo, quando uno stormo di corvi si schianta contro il parabrezza dell’auto. L’urto violento, unito alla sorpresa, fa perdere il controllo del mezzo che va fuori strada, impantanandosi senza possibilità di rimetterlo in sesto. Qualcuno di non proprio umano li sta nel frattempo osservando nell’oscurità…
E’ vero che il tema degli spaventapasseri assassini è abusato, ma sia dato atto ad Husk di fornire una variante abbastanza originale sull’agomento. Se si scartabella con attenzione imdb, si scoprirà che già nel 2005 il regista aveva girato un cortometraggio dallo stesso titolo e con sempre gli stessi mostri come spauracchi, segno che la materia sta e stava particolarmente a cuore al suo autore. Non abbiamo idea di come fosse il prototipo, ma Husk in versione lungometraggio è un horror teso e ben fatto, sanguinario senza scadere nell’effettaccio gratuito, e sorprendente nel raccontare una vicenda apparentemente già vista centinaia di volte. Idee come una fattoria trasformata in una sorta di fabbrica di spaventapasseri viventi, dove i cadaveri si tramutano in zombi e si autoinfliggono ferite con martelli e chiodi, o l’uso di continui flashback che fanno capolino nel presente come recite eterne di vissuti tragici, non sono proprio materia di seconda mano. Sia dato atto poi che il film spaventa a tratti, riesce a fare balzare dalla poltrona anche lo spettatore più smaliziato con il più classico e inaspettato buh!, ha una tensione che molte volte arriva ad essere vero panico, e mette in scena alcuni tra gli spaventapasseri più paurosi visti in un horror, inquietanti figure assessuate con il sorriso a mò di smile perennemente stampato sulle loro maschere anche quando cercano di squartarti. Un po’ meno azzeccate e curate sicuramente le dinamiche psicologiche che muovono i personaggi, molte volte abbandonati a stessi a compiere l’azione meno sensata, la scelta telefonata dal copione per andare avanti, facendo un po’ calare non tanto l’interesse per la vicenda quanto l’empatia verso i protagonisti. Alla fine però in Husk quello che resta nella memoria è soprattutto la forza delle immagini e la bravura di un regista che, pur se poco più che esordiente, sa regalarci un sano spettacolo dell’orrore.
About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.
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mag 06, 2011Posted By
Andrea PompeoSempre avuto un debole per gli spaventapasseri.
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mag 06, 2011Posted By
Andrea LanzaQuesto film Andrea è una variante sul tema non disprezzabile e con momenti di notevole tensione
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mag 10, 2011Posted By
Andrea PompeoDevo assolutamente dargli un’occhiata,grazie della segnalazione! 😉
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mag 07, 2011Posted By
Stefano PasseriSono terrorizzato.