Cinema Wake Wood

Wake Wood

Una trama a metà tra Cimitero vivente e Zeder, attori che oltre a recitare male fanno pure cose stupidissime come farsi massacrare da una bambina di otto anni con la forza di… una bambina di 8 anni!

Una giovane coppia perde la figlioletta, uccisa da un cane rabbioso. Sconvolti, mamma e papà decidono di recarsi a Wake Wood, un paesino rurale dove – si dice – c’è la possibilità di incontrare un caro estinto, seppur per pochi giorni. Ma si sa, questo genere di cose comportano sempre qualche rischio… La bambina tornerà per tre giorni, “partorita” dalla terra del bosco. Ma rimandarla indietro si rivelerà problematico.

La Hammer ha un passato glorioso alle spalle: sue a cavallo tra gli anni 60 e 70 gloriose produzioni horror come Dracula, La mummia o Frankestein, girate da registi di grande fama mondiale come Terence Fisher e interpretate da attori leggendari come Christopher Lee o Peter Cushing. La Hammer era una casa europea, inglese, ma ha segnato la storia del cinema horror internazionale con un azzardato mix tra sensualità e sadismo riportando a gloriosa luce i classici mostri Universal sotto una rilettura più libertina e passionale. Col tempo però i gusti del publico sono cambiati, ai gotici e tenebrosi casteli si preferivano location più urbane e moderne, i vampiri facevano meno paura degli hippies satanisti e le grandi scollature delle cameriere transilvaniche nulla potevano contro nudi integrali di procaci ragazzotte. Ecco, indolore e quasi in punta di piedi la Hammer è morta, tra un tentativo di attualizzazione fallimentare e uno sguardo alla tv, morta lasciando il posto agli zombi cannibali di Romero e Argento, ai licantropi di Landis e Dante, ai cenobiti sadomasochisti di Barker e ai demoni kandariani di Raimi. Ma si sa che il cinema horror racconta spesso storie di ritornanti, di morti viventi che per un motivo o per l’altro restano ancorati al nostro mondo terreno, e per una sorta di bizzarro metacinema la stessa Hammer è diventata a sua volta quei non morti che fino trent’anni fa raccontava con tanto ardore. Chiunque abbia visto più di un film horror sa che dopo la morte non si è mai come prima: non puoi indossare la giacca e cravatta e berti un drink con gli amici, no, ora sei diventato un succhiasangue, un mangiacadaveri o peggio una strisciante creatura della notte con la raucedine più accentuata della voce.
Addio ragazze, addio cene, la vita del non morto è sicuramente una merda se non sei lui, il principe delle tenebre, Monsieur il conte Dracula, e visto che il trono è uno solo tocca presto o tardi per tutti gli altri capire che non c’è trippa per gatti, che si è finiti da uno schifo di vita ad uno schifo di non vita. Ecco la Hammer è come questi poveri sciagurati, ancorata ad un passato glorioso, ma senza più la forza, la capacità, la creatività di riemergere. Questo Wake wood (ma si potrebbe far nome anche delle sue produzioni recenti, il terribile Beyond the rave e il castrato Let me in) è il peggio del peggio: non un’idea che sia una degna di nota, una trama a metà tra Cimitero vivente e Zeder, una realizzazione da mani sui capelli per lo sconforto, attori che oltre a recitare male fanno pure cose stupidissime come farsi massacrare da una bambina di otto anni con la forza di… una bambina di 8 anni! Non ci siamo non ci siamo: tutto sbagliato, dal reparto tecnico a quello artistico, un film disastroso che si inorgoglisce della sua inedittudine con virate verso l’assurdo narrativo come il criptico finale. Sia poi d’esempio per la scarsa fattura dell’opera la scena dove un cane sbrana la bambina protagonista a pochi minuti dall’inizio del film: montaggio alla Medical dimension di Boris 3, telecamera che inquadra tutto forchè la scena, sequenze di tipo mezzo microsecondo sparate come i raggi laser della Morte Nera. Dov’è la Hammer? Dov’è finito il marchio di garanzia di qualità delle sue opere? Dopo questo Wake Wood preferiamo sperare in un cacciatore di mostri che metta fine alle atroci nefandezze della sua non vita. RIP casa delle meraviglie: ti ricorderemo com’eri.

Wake Wood

Regia: David Keating
Interpreti: Eva Birthistle, Aidan Gillen, Timothy Spall
Durata: 90 min.

 

 

 

 

 

 

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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Comments

Posted On
apr 19, 2011
Posted By
Giovanni

“…attori che oltre a recitare male fanno pure cose stupidissime come farsi massacrare da una bambina di otto anni con la forza di… una bambina di 8 anni!” – muahahahahaahahahahaha Andrea: io ti adoro!

Posted On
apr 20, 2011
Posted By
Andrea Lanza

Grandissimo Giovanni! Ti ringrazio per i complimenti, ma certi film davvero lasciano basiti e devastati ahahahaah

Posted On
apr 21, 2011
Posted By
Giovanni

Io questi film te li farei recensire tutti! Troppo forte il modo in cui li tratti! XD

Posted On
apr 21, 2011
Posted By
Andrea Lanza

e’ perchè sotto sotto sono un coprofilo cinematografico :)

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