Sembra che per tutta la prima, lunghissima mezz’ora i nostri siano impegnati in una seriosa riedizione in salsa east Texas di Dawson’s Creek e della sua vita secondo la provincia americana.
Dopo un periodo di rehab, Melanie (Leah Pipes) fa ritorno alla casa di famiglia in Texas, dove ha intenzione di ricominciare una nuova vita. Ma qualcosa sembra turbare l’esemplare tranquillità di quella cittadina di provincia: una tragedia irrisolta che continua a far sentire la propria eco mortale e sanguinaria.
Bando ai pregiudizi: perché mai il regista di pellicole quali Funky Monkey – commedia per famiglie con Matthew Modine e scimmia super intelligente che gioca a football americano – Cloud 9 – Burt Reynolds e un branco di strippers che si dilettano in bollenti partite a beach volley – e Soul’s Midnight – vampire movie con Armand Assante che di horror ha solo la realizzazione – non dovrebbe concedersi una nuova possibilità in campo horror e affini e più generalmente, in ambito cinematografico, nonostante gli esiti non certo esaltanti delle sue precedenti esperienze?
Innanzitutto in Innocenti Presenze nessuno gioca a nulla, il che rappresenterebbe già un discreto passo avanti nella filmografia del nostro Harry Basil; sembra che piuttosto, per tutta la prima, lunghissima mezz’ora i nostri siano impegnati in una seriosa riedizione in salsa east Texas di Dawson’s Creek e della sua vita secondo la provincia americana, teatrino melodrammatico che scorre tra abbozzi di intrighi amorosi, storiacce di droga e compagnia adolescenziale. Ma l’elemento horror è dietro l’angolo della locale stazione ferroviaria, un curioso e malfatto patchwork tra apparizioni da ghost story e slasher movie dove il boogeyman veste i panni di un misterioso capostazione e inizia a macellare giovanotti a cottimo. Nessuna idea, nessun trasporto nè passione: la vicenda procede stancamente mettendo in fila le solite dinamiche trite e ritrite, tanto da scoprirsi intenti, più di una volta, ad ammirare le virginali grazie della scarsina protagonista Leah Pipes (Sorority Row) e della più pruriginosa di lei sorella Kristin Cavallari (il serial Veronica Mars), burattini fiacchi di una sceneggiatura dei fratello Cleveland (Soul’s Midnight è guardacaso roba loro) che fagocita senza pietà anche il buon Lou Diamond Phillips (La Bamba, Young Guns), dinosauro ottantiano che avremmo volentieri lasciato ai piccoli grandi fasti di quell’epoca. L’unica consolazione è che dopo questo Innocenti Presenze – che è del 2006 ma conosce l’home video italiano solo ora – il nostro Basil ha tentato un ultimo colpo di coda con Urban Decaye – interpretato da Meat Loaf un anno dopo-. Poi, il tanto atteso silenzio.
About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.