Una pellicola spudoratamente rivolta ad un pubblico under 15, nei confronti del quale non ha alcuna mira di rappresentanza generazionale ma pura e semplice voglia di intrattenere.
Dopo aver assistito insieme all’amico Steve (Josh Hutcherson) allo strabiliante spettacolo del Cirque du Freak e allo show del vampiro Larten (John C. Reilly), il giovane Darren resta coinvolto suo malgrado nella faida centenaria che coinvolge due opposte fazioni di succhiasangue, e per avere salva la vita è costretto a diventare un mezzo-vampiro.
Abbandonata la propria famiglia ed entrato definitivamente a far parte di quella del Circo, Larten si ritrova a dover contrastare i loschi piani del laido Mr. Tiny (Michael Cerveris), fino al punto di dover combattere per la propria vita e per quella dei propri affetti contro quello che una volta era il suo migliore amico.
Partito con quella che è diventata una pietra miliare di una certa comicità made in USA del nuovo millennio – American Pie, 1999 -, il regista Paul Weitz ha poi sondato con una tutt’altro che consueta varietà i generi cinematografici, occupandosi tra gli altri dell’adattamento di un lavoro di Nick Hornby – About a Boy -, di classicissime commedie romantiche – In Good Company, 2004 – e di satira politico-sociale – American Dreamz, 2006 – tradendo un certo qual fiuto per l’hype del momento e un’ottima capacità di tastare il polso del pubblico mainstream. E’ stato tutt’altro che una sorpresa quindi la scelta di misurarsi con quel genere slightly dark da teenager tanto in voga da un paio d’anni a questa parte e generato dall’esplosione del fenomeno Twilight, fisiologico quanto tutt’altro che trascurabile terremoto che ha dato il via ad una sistematica edulcorazione di alcune delle figure cardine della letteratura horror, al cui epicentro abbiamo assistito al barbarico saccheggio della figura del vampiro, la cui carica sovversiva e vitale è andata sostanzialmente rielaborata nella lucrosa ottica delle pulsioni ormonali adolescenziali.
utt’altro che uno sprovveduto, Weitz deve aver avvertito il clima di noia crescente intorno all’argomento e ha dato al suo Cirque du Freak: The Vampire’s Assistant – questo il titolo originale – tutt’altro e ben più piacevole taglio: fuori la retorica dei buoni – e cattivi – sentimenti, la stucchevolezza dell’adolescenza preconfezionata, gli smutandamenti indotti e dentro un puro spirito fantasy d’altri tempi, un colorato e naif bestiario di freaks, un’ottima CG come motore primo dello stupore e leva action della vicenda. Una pellicola spudoratamente rivolta ad un pubblico under 15, nei confronti del quale non ha alcuna mira di rappresentanza generazionale ma pura e semplice voglia di intrattenere stupendo, divertendo e divertendosi, soprattutto negli elementi di spicco di un cast pesante, con Salma Hayek (Dal Tramonto all’Alba, Dogma) nei panni di una donna barbuta innamorata, Willem Defoe (Antichrist) gigione in un cammeo vampiresco, John C. Reilly (Dark Water) co-protagonista succhiasangue dalle vaghe fattezze di folletto. La vicenda sceneggiata dallo stesso regista e da Brian Helgeland non è di per sè nulla di speciale o particolarmente brillante, tanto da sembrar procedere impunemente a braccio ma nei fatti è quanto basta a reggere a reggere l’impianto fantasy della pellicola, che arriva placida placida in porto, molto più Monster Squad che Twilight, onesto e giocoso progettino fantasy con uno spirito di fondo che certamente manca alle ben più celebri pellicole a cui verrà accostato.
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About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.
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ago 20, 2013Posted By
BorgyPeccato che la saga sia nata e morta con questo film, perchè pur non essendo un capolavoro era davvero molto carino.