La fonte dovrebbe essere di quelle in grado di non lasciar dubbi: “Reykjavik Whale Watching Massacre è nei fatti la primissima pellicola horror islandese“.
Non ci sono hobby naturalistici o placidi ed algidi paesaggi islandesi che tengano: ovunque appaia, state certi che intorno a Gunnar Hansen non potrà che esserci una discreta dose di morte, distruzione e mutilazioni varie. Certo, anche e sopratutto durante quella che sembra essere un’innocua escursione nei mari islandesi a praticare un po’ di sano whale watching. Ecco a voi Reikjavik Whale Watching Massacre.
Sinossi Ufficiale: L’epica avventura di un gruppo di whale watchers che, a causa di un guasto al proprio scafo nel bel mezzo dell’Oceano, vengono tratti in salvo dall’equipaggio di una baleniera. Ciò che i naufraghi non possono sapere è che i loro stessi salvatori, soprannominati Fishbillies, sono dei tipi tutt’altro che affidabili, e che presto la situazione andrà completamente fuori controllo.
La fonte dovrebbe essere di quelle in grado di non lasciar dubbi: “Reykjavik Whale Watching Massacre è nei fatti la primissima pellicola horror islandese“. Ad affermarlo è il regista Julius Kemp, fin’ora autore di un paio di pellicole mai uscite dai confini nazionali e in un ambito a noi decisamente più affine coproduttore di Dark Floors, pellicola horror/fantasy interpretata dal gruppo hard rock finlandese Lordi. Un binomio, quello tra cinematografia dell’orrore ed Islanda a ben vedere tutt’altro che nuovo, in primis per lo stesso Kemp: praticamente impossibile che il regista non facesse almeno un tentativo per coinvolgere nel suo primo sforzo registico di genere colui che nell’ormai lontanissimo 1974 portò un quintale buono d’Islanda in una delle pellicola horror più importanti della storia: Gunnar Hansen, l’uomo sotto la maschera della prima incarnazione di Leatherface nell’indimenticabile Texas Chainsaw Massacre di Tobe Hooper, che per partecipare alla pellicola di Kemp nei panni del malcapitato Capitano Petùr si è addirittura seriamente applicato per recuperare l’originario accento islandese: “Gli abbiamo semplicemente fatto avere la sceneggiatura chiedendogli cosa ne pensasse e se fosse intenzionato a prendere parte al film” afferma Kemp ” Il suo coinvolgimento è stato praticamente immediato“.
Inevitabile, una volta ingaggiato Hansen e circondatolo da una serie di volti noti della tv nazionale – Pihla Viitala, Aymen Hamdouchi -, non cedere alla tentazione promozionale di rievocare con qualcosa in più di una punta di ironia la celeberrima pellicola di Tobe Hooper; una scelta che ha inevitabilmente mescolato un po’ le carte per quanto riguarda l’effettiva impostazione della pellicola: “La prima tagline a cui abbiamo pensato era qualcosa sul genere Texas Chainsaw Massacre meets Evil Dead, l’uno per la presenza di Gunnar Hansen, l’altro per l’importante componente di humor presente in tutto lo script. Una tagline decisamente imprecisa, oltretutto: lo stile comico della nostra pellicola è qualcosa di più realistico e sofisticato, non ha a che vedere semplicemente con persone terrorizzate che corrono ovunque. Abbiamo voluto dargli un taglio decisamente moderno, girandolo come una sorta di documentario su fatti che potrebbero effettivamente accadere“. Nonostante la sua natura rigorosamente indie – producono Solar Films e The Icelandic Filmcompany – , la pellicola ha potuto godere di un budget decisamente sostanzioso – si parla di 1,2 milioni di euro – soprattutto considerando la particolare condizione economica islandese dell’ultimo biennio; un incongruenza che Kemp chiarisce così: “Abbiamo iniziato a girare in agosto, ed allora mancava ancora un buon 20 % di budget effettivo: ma sapevamo sin dall’inizio che ci saremmo ritrovati a fare i conti con difficoltà non indifferenti, considerata la specificità della pellicola; del resto, se avessimo rimandato tutto di un anno, non avremmo più avuto l’occasione di iniziare i lavori, considerando la crisi che nel mentre ha travolto l’Islanda. Abbiamo scelto di rischiare, ed abbiamo scelto bene“. Tanto bene che, dopo l’esordio settembrino in patria, recentemente la Cinemavault ne ha acquistato i diritti per l’estero all’ultima edizione dell’American Film Market, per un’eventuale distribuzione internazionale a partire dal 2010.
httpv://www.youtube.com/watch?v=wPcDlrb9coQ
About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.
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