Non-morti e nativi americani: accostamento azzardato o brillante trovata? Di sicuro un’interessante sfida narrativa.
Un nuovo contributo al tema del vampirismo, questa volta dal pluripremiato scrittore britannico Graham Masterton, autore di oltre cento tra romanzi e racconti. Come ci informa l’eccellente Claudio Asciuti nella sua introduzione al volume, Il sangue di Manitou (Manitou Blood, 2005) è il quarto episodio di una saga in gran parte inedita in Italia, composta dai romanzi Manitou (Manitù, lo spirito del Male, Cappelli, Bologna, 1978), The revenge of Manitou e Burial. Potremmo interrogarci per ore sul perché una penna tanto prolifica abbia trovato così poco spazio nel nostro mercato, soprattutto se si considerano i consensi di pubblico e critica raccolti altrove. Quel che sappiamo per certo, però, è che a vestire i panni, nemmeno troppo improbabili, di provvidenza, ci ha pensato ancora una volta Gargoyle Books, che già nel 2006 aveva dato alle stampe Spirit.
Il sangue di Manitou – lettura godibilissima a prescindere dai precedenti capitoli – prende le mosse nella città di New York in una torrida estate alle soglie del Terzo Millennio. Il primo personaggio ad entrare in scena è il gastroenterologo Frank Winter, che si ritrova a soccorrere la giovane Susan Fireman, un mimo di strada colto da un improvviso malessere. All’ospedale lo attende però una verità sconcertante: il sangue che la ragazza continua a rigettare appartiene ad altre persone, le vittime, si scopre, che lei stessa ha ucciso.
Nel giro di poche ore, i casi di quella che sembra una singolare e incomprensibile epidemia aumentano in maniera esponenziale, precipitando nel panico l’intera città. I sintomi manifestati dalle vittime sono sempre gli stessi: ipersensibilità alla luce del sole, repulsione verso il cibo e una straziante sensazione di arsura che può essere lenita soltanto in un modo: bevendo sangue umano.
«Mi inginocchio accanto a lei, copro la ferita con la bocca e bevo, bevo, senza quasi dover inghiottire, perché il sangue mi schizza giù per la gola, caldo e delizioso, placando il mio bruciore. Ne bevo così tanto che quasi mi strozzo, così tanto che mi cola fuori dal naso».
Frank non è il solo che tenta di contrastare l’epidemia. Il sensitivo Henry Erskine è convinto che non si tratti di un virus (non di questa terra, almeno) e chiede aiuto a Roccia Che Canta, il suo spirito guida nativo americano. Al suo fianco si pongono anche Gil, ex membro della Divisione Rainbow, e Jenica, figlia di un autorevole esperto in materia di stregoneria rumena e leggende sui vampiri e lei stessa conoscitrice di scienze occulte. Nel frattempo, l’infezione dilaga e la morte regna nelle strade…
«Pensate che i morti siano docili? Pensate che vengano tutti assunti in Cielo e che passino il tempo a danzare sui prati e a suonare l’ukulele, come un mucchio di hippy? Ah! I morti sono amareggiati, distorti e vendicativi, e provano un odio incredibile nei confronti dei vivi».
Partendo da uno spunto originale e coinvolgente, Masterton rivela tutta la sua abilità nel mescolare tematiche e registri narrativi. Il mito rumeno degli strigoi s’intreccia con il retaggio esoterico dei nativi d’America regalando ai lettori un romanzo dal ritmo incalzante, che seduce e avvince fino all’ultima pagina.
HANNO DETTO
Il prolifico Masterton aggiunge una nuova gemma alla sua produzione letteraria. Una trama magistrale che suscita insieme raccapriccio e suspense. Library Journal
Masterton è un narratore capace d’ipnotizzare il lettore… Publishers Weekly
Caldamente raccomandato a tutti i lettori, in particolare ai fan dell’horror. San Francisco Chronicle
Erano da poco passate le undici del mattino, ma già il sole picchiava sui marciapiedi con energia degna del maglio di un fabbro.
Mentre attraversava Herald Square, vestito con il solito abito di lino marrone spiegazzato e indossando un paio di occhiali da sole stile Matrix, il Dr Winter notò una piccola folla che si era raccolta fuori dell’ingresso di Macy’s; in un primo tempo pensò che stessero osservando un nuovo allestimento della vetrina ma, subito dopo, si rese conto che un mimo si stava esibendo davanti al magazzino.
L’AUTORE
Tra i massimi esponenti dell’horror britannico e mondiale, Graham Masterton è nato a Edimburgo nel 1946. Vanta una lunga carriera come giornalista e scrittore: è autore di oltre cento tra romanzi e racconti che hanno collezionato riconoscimenti di pubblico e critica in molti Paesi.
I suoi romanzi di maggiore successo sono Charnel house (vincitore di uno Special Edgar conferito dalla Mystery Writers of America), Mirror (vincitore della Silver Medal of West Coast Review of Books), The house that Jack built e Pray. Tre dei suoi racconti sono trasposti sul piccolo schermo per la serie The hunger, prodotta da Tony Scott. I diritti di uno dei suoi ultimi romanzi, Trauma (2002), sono stati acquistati dal regista Jonathan Mostow (U-571) e diverranno a breve film. Vive attualmente assieme alla moglie Wiescka in una dimora in stile gotico-vittoriano a Cork, Irlanda. Di G. Masterton, Gargoyle ha già pubblicato Spirit (2006).
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