“Ogni civiltà sul pianeta ha un mito legato al diluvio. Le cose vanno male, la società non funziona più e il pianeta ricomincia da zero”.
Secondo il calendario Maya, il 2012 sarà l’anno di un cataclisma di proporzioni apocalittiche che investirà inevitabilmente il nostro pianeta. Secondo Roland Emmerich, il titolo del più spettacolare e verticale blockbuster che la storia del cinema ricordi. Da qualsiasi parte la si voglia guardare, sembra proprio che ne vedremo delle belle.
Sinossi Ufficiale: Mai nella storia dell’uomo una data ha avuto un significato così profondo per così tante culture differenti, religioni, scienziati e governi. 2012 è un’epica avventura sul cataclisma che porterà alla fine del nostro pianeta e ci racconterà l’eroica resistenza dei pochi sopravissuti. “Ogni civiltà sul pianeta ha un mito legato al diluvio. Le cose vanno male, la società non funziona più e il pianeta ricomincia da zero. Alcune persone hanno una seconda opportunità di iniziare una nuova cultura, una nuova società, una nuova civiltà. Si possono trovare milioni di persone, assolutamente diverse tra loro, che credono che nel 2012 ci sarà un cambiamento nella società o nello spirito umano“.
Questa, secondo il cosceneggiatore/produttore/compositore e multiforme collaboratore di Emmerich dai tempi di The Day After Tomorrow Harald Kloser, il cuore tematico di un progetto che al box office punterà tutto sulla sua contundente spettacolarità ben più di quanto potrebbe fare in termini di sostanza narrativa: “L’obiettivo è che lo spettatore non sia in grado di riconoscere quello che abbiamo realizzato concretamente e quello che invece è un effetto visivo creato con il computer“, spiega lo scenografo Barry Chusid “La speranza è che si guardi il film e ci si chieda ‘dove hanno trovato la montagna per costruire tutte queste cose?‘”. Aggiunge poi il coproduttore Mark Weigert: “Più di metà del film contiene degli effetti visivi. Ritengo che Roland abbia trovato un modo di inserire praticamente ogni disastro naturale possibile in questa pellicola. Los Angeles viene distrutta da un terremoto forza 10.5. Yellowstone Park viene sommerso da un’esplosione di lava ampia cinquanta chilometri. Ma la vera ragione per cui è così divertente lavorare con Roland è che lui apporta qualcosa di nuovo e di diverso a ogni singola scena. Potresti pensare di aver già visto dei film con un terremoto, ma non è così“. Nonostante queste ovvie direttive di base è lo stesso regista, sondate a fondo ed esaurite le vene extraterrestri e climatologiche dell’odierno disaster movie, a sostenere di aver trovato con 2012 una via più profonda e concettuale al cinema apocalittico: “Più parlavo con Harald della storia, più capivo che era qualcosa con cui la gente poteva trovare un legame” sostiene Emmerich “Ci sono molti elementi filosofici e politici che ritengo possano contribuire ad arricchire il filone catastrofico“.
Contemporaneamente alla quasi totale scomparsa della civiltà così come la conosciamo quindi, la sceneggiatura si svilupperà sul binario parallelo delle misure per affrontare il post-Apocalisse: i piani alti del governo hanno infatti deciso, consci della sostanziale impossibilità di salvare la totalità della popolazione mondiale, di giocare un tiro mancino all’Armageddon, preservando segretamente la vita di un’esiguo numero di individui dalle indiscusse qualità fisiche ed intellettuali in modo da poter dare immediatamente vita ad una nuova, fiorente civiltà. Un progetto che, benchè sostenuto dallo stesso Presidente degli Stati Uniti interpretato da Danny Glover, non manca di creare forti frizioni all’interno del ristretto gruppo di potenti a conoscenza del segreto, prima su tutti la figlia del Presidente Laura (Thandie Newton), affezionata ascoltatrice del programma radiofonico del lucidissimo e quasi profetico Charlie Frost (Woody Harrelson) e convinta che una via per salvare il maggior numero di persone sia ancora percorribile. Per il momento però, l’unica soluzione che l’uomo comune ha trovato per mettere in salvo la propria vita è quella di una fuga a rotta di collo senza direzione nè meta dalla totale distruzione della propria realtà, proprio come succede al tormentato scrittore Jackson Curtis (John Cusack) che per mettere in salvo la propria famiglia non esita un istante ad allontanarsi da una Los Angeles inghiottita dalla crosta terrestre e continuare il proprio disperato preregrinare per aria, terra e mare: “Roland ha preso un’intera strada cittadina, con delle palme, il cemento, le facciate degli edifici e ha messo tutto su queste sospensioni giganti, dicendo che dovevamo correrci sopra, arrivare alla macchina e partire“, ricorda Cusack “Mi sono trovato in mezzo all’acqua, il fuoco, la terra, nuvole di cenere e terremoti, insomma praticamente tutto quello che si può immaginare. Ho guidato qualsiasi veicolo immaginabile in mezzo a ogni disastro immaginabile. E’ stato decisamente intenso. Io arrivavo sul set e c’era un oceano di blue screen. Ma non è stato così difficile come pensavo. Roland aveva preparato bene tutto e poteva mostrarti come sarebbe apparsa la scena alla fine. Lui è talmente fiducioso, da rendere divertente cercare di capire quello che sta immaginando. Sa esattamente le immagini che vuole ottenere ed è in grado di comandare l’esercito necessario per ottenere questi risultati. E’ veramente pazzesco“. 2012 esordirà nelle sale italiane e in quelle di mezza Europa il 13 novembre prossimo.
About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.
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