La vita di Cèncio, grosso contadino della Bassa Maremma, scorre sui soliti, monotoni binari.
Finché la morte improvvisa e misteriosa del Sor Pippo, il suo somaro, non lo spinge a calarsi nei panni di investigatore.
Capire i luoghi per capire i delitti: questo il motto della collana targata Robin I Luoghi Del Delitto, dove città e territori sono i protagonisti assoluti della vicende narrate. Con Chi ha ‘mmazzato er sumaro giù l’orto, di Giacomo E. Carretto, è la volta della Bassa Maremma e in particolare di Tiniano, paesino di appena mille anime scaturito dalla fantasia dell’autore. Come precisato nella nota introduttiva, il nome della cittadina, come quello della vicina Uniano, deriva dal pantheon etrusco: Tinia/Giove, Uni/Giunone. «Ogni terra ha un suo demone, ma quello etrusco è bizzarro, a volte stralunato, e la sua influenza è ancora tanto forte da farsi sentire anche nelle azioni e nei giudizi di personaggi inventati».
La vicenda prende avvio una mattina d’inizio settembre. Cèncio, che vive da solo da quando la moglie lo ha abbandonato e i figli si sono trasferiti al nord, viene destato da una canzone:
«Chi ha ‘mmazzato er sumaro giù l’orto / chi lo ‘mmazzò / era bello er sumaro giù l’orto / chi lo ‘mmazzò / l’ho comprato alla fiera a Bracciano / tre anni fa / era bello er sumaro giù l’orto / chi l’ha ‘mmazzato, chi lo ‘mmazzò?»
Le parole, che oltrepassano la finestra spalancata nitide nel silenzio del mattino, non gli suonano nuove. Appartengono infatti ad una canzonetta popolare di un paesetto non distante da Tiniano – nella realtà, come precisato in nota, provengono da Monteromano, piccolo paese del viterbese.
Poco dopo, come ogni mattina, l’uomo si reca all’orto per i lavori di routine. Ed è grande la sorpresa quando rinviene il cadavere del Sor Pippo, il suo somaro. L’animale non è stato colto da morte naturale. Qualcuno gli ha sparato alla tempia.
«… ‘Na pistola, ma grossa, ‘na quarantacinque, dìcheno», riferirà in seguito Cèncio, esprimendosi, come molti altri personaggi del libro, nel dialetto tarquiniese. «Pe’ sbaglio? Pe’ gnente! Cià tirato!»
L’omicidio del povero somaro non sarà l’unico evento a sconvolgere la quiete di Tiniano. Ben presto altri omicidi, animali e umani, spingeranno il protagonista ed alcuni cittadini a vestire i panni di improbabili ma coraggiosi investigatori.
Vincenzo (Cèncio lo chiamavano ma lui li guardava brutto e, poiché era grosso, finivano per abbassare lo sguardo) si svegliò troppo presto, infastidito. Nel dormiveglia alcune parole gli ronzavano nella testa, e non volevano andarsene. Erano di una vecchia canzone, poi sentì la voce e comprese. Oltre la finestra spalancata, nel caldo persistente d’inizio settembre, la canzonetta veniva lieve, quasi sussurrata…
L’AUTORE
Autore di libri e di articoli di islamistica apparsi su riviste specializzate, Giacomo E. Carretto ha dedicato molti anni allo studio della storia culturale islamica e ai rapporti fra l’Europa e l’Oriente.
Negli ultimi tempi si è dedicato alla letteratura gialla.
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