“La MPAA è veramente un’istituzione bizzarra. Fastidiosa direi. Sai di doverci aver a che per forza ma allo stesso tempo non riesci a capire quali siano i loro criteri, cosa ritengano giusto e cosa sbagliato“.
Dalle colonne di Bloody-Disgusting.com, Wes Craven fa il punto della situazione su due pellicole che per motivi diversi sono da considerarsi a tutti gli effetti sue figlie il remake de L’Ultima Casa a Sinistra e il prossimo 25/8 . Mettendo in chiusura la (momentanea?) parola fine ad una chiacchieratissima serie degli anni ’90…
L’idea di girare un remake de L’Ultima Casa a Sinistra è stata un’idea tua, magari per dare una verniciata di modernità alla vicenda, o è arrivata da qualcun’altro?
Sostanzialmente io e Sean Cunningham ci siamo resi conto di essere tornati titolari dei diritti di sfruttamento della pellicola dopo trent’anni. Abbiamo quindi iniziato a sondare il mercato nel caso ci fosse qualcuno interessato al progetto, e le risposte positive sono state immediate. Abbiamo quindi aspettato un paio d’anni in modo che fossero risolte tutte le questioni legali e ci siamo messi al lavoro senza limitazioni di alcun tipo.
Come siete venuti in contatto con Dennis Iliadis?
E’ stata un’iniziativa del produttore Cody Zwieg (Le Colline Hanno gli Occhi 1 & 2): è diventato un onnivoro cinematografico a forza di guardare film per cercare un regista che potesse fare al caso nostro. Ha visto Hardcore di Iliadis e se ne è immediatamente innamorato, stregato dall’incredibile lavoro fatto dal regista. Hardcore è una combinazione di elementi davvero oscuri, schietti e grezzi ma anche di un grande senso d’umanità e d’intense interpretazioni da parte delle due ragazze protagoniste. Ritengo siano tutti ingredienti fondamentali per la riuscita di un buon film horror: bisogna essere in grado di gettarsi nell’oscurità più fitta senza per questo perdere quelle componenti emozionali più propriamente umane; incluso il fatto che non sono mai esistiti il bene ed il male assoluti.
Nel produrre il remake di una pellicola che hai originariamente scritto e diretto, su che ambito della produzione preferisci concentrarti? E di conseguenza, quando pensi che giunga il momento di farsi da parte?
Sono stato impegnatissimo soprattutto nella preproduzione, ora decisamente meno. Abbiamo impiegato parecchio tempo nel trovare gli sceneggiatori giusti: abbiamo avuto a che fare con sceneggiature davvero pessime. Una volta trovate le persone giuste, ci siamo lanciati alla ricerca del regista, e di un accordo artistico con la produzione. In questo senso non c’è stato alcun problema: collaboro con Andrew Rona della Rogue Pictures dai tempi di Scream, e ci fidiamo ciecamente l’uno dell’altro.
La pellicola originale ha in pratica occupato un’intero capitolo a parte della storia della MPAA. Pensi che anche questa volta stiano affilando le armi in vista del ritorno sulle scene di Krug e co.?
Fin’ora John Carpenter non ha voluto avere niente a che fare con i remake dei suoi film: tu al contrario, sia nel remake de Le Colline Hanno gli Occhi che de L’Ultima Casa a Sinistra hai preteso di essere parte attiva del progetto. Accetteresti un remake di un tuo film che non prevedesse una qualche tua interazione?
Beh, nel caso del remake di Nightmare on Elm Street non ho avuto la possibilità di scegliere! Negli altri casi no, è come se sentissi di avere un dovere morale nei confronti delle mie vecchie pellicole che stanno per essere riproposte, magari in maniera addirittura migliore. E’ quello che ho fatto con Aja, e quello che ho provato a fare con Iliadis. Scegliere un regista che ritieni talentuoso e proporgli di dare la sua versione della storia, più che di rifare un tuo vecchio film. Poi concedergli la libertà di ridare vita alla vicenda in piena libertà, proteggendolo da qualsiasi cosa possa disturbare il suo lavoro.
25/8 parla di un ragazzo figlio inconsapevole di un uomo affetto da schizofrenia, un uomo la cui individualità era frammentata in sei distinte personalità. La sesta personalità è quella che lo trascina di notte per le strade della sua cittadina in cerca di vittime da uccidere. Una notte sta per chiamare il suo psichiatra quando questa sua violenta personalità lo intima di lasciar perdere, pena la vita sua e quella dei suoi familiari. L’uomo non si lascia intimorire, chiama il medico e, comme annunciatogli, improvvisamente muore. La stessa notte, nell’ospedale cittadino nascono sette bambini, i sette protagonisti principali della vicenda vera e propria. Uno di essi sembrerebbe aver ereditato tutte le caratteristiche positive e negative dell’uomo morto la notte della sua nascita; ci sono quindi questi sette ragazzi che sembrano essere il frutto di un’unica mente, hanno vite propriema condividono reciprocamente molte cose, pur non rendendosene conto. Sedici anni dopo, ricomincianoi delitti. E’ una storia basata su un concetto complesso, ma è allo stesso tempo piena di mistero ed adrenalina. E tutt’altro che una classica pellicola horror. La sua sceneggiatura esiste da più di tre anni, ma quasi nessuna ha pensato che valesse la pena trarne un film: è completamente diverso da qualsiasi pellicola horror stia uscendo o sia uscita negli ultimi tempi, e questo soddisfa in pieno la mia pretesa di dare al pubblico qualcosa con cui non hanno mia avuto a che fare. Ma che, allo stesso tempo, desidererebbero vedere!
A proposito di sceneggiature, hai più volte affermato che saresti tornato ad occuparti di Scream se fossi incappato in una sceneggiatura per cui valesse la pena rimettersi al lavoro: cosa vorresti vedere nel quarto capitolo della serie?
Francamente, non credo nemmeno sia il caso di parlarne. In qualche incontro preliminare mi era stato chiesto se fossi interessato in un eventuale quarto capitolo, ed io ho risposto che tutto sarebbe dipeso dalla sceneggiatura, altrimenti non avrebbe avuto alcun senso. In ogni caso, niente della serie “tizio con una maschera da fantasma che uccide un nuovo gruppo di giovani“; dovrebbe essere qualcosa di innovativo esattamente come successo per il primo capitolo, ma non vedo nulla del genere all’orizzonte…
About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.