Tutto torna con pellicole come Red Sands, prodotto straight-to-dvd che più classico non si può.
Se ti chiami Alex Turner ed il tuo ultimo lavoro è il quatomeno discutibile Dead Birds – western-horror del 2004, anch’esso sceneggiato dal fido Simon Barret – lo spassionato consiglio è quello di fare leggermente più attenzione ai particolari. Magari iniziando a cassare immonde copertine come quella a fianco.
Nell’Afghanistan occupato dall’esercito americano, ad un manipolo di militari viene assegnato il compito di controllare una strada nel deserto strategicamente fondamentale. Ma l’apparentemente innocuo gesto di uno dei commilitoni potrebbe aver condannato tutto il gruppo a morte certa: l’affronto ad un simulacro rappresentante un antico jinn della tradizione mediorientale sembra aver scatenato sul gruppo oscure ed inarrestabili forze in cerca di vendetta.
Tutto torna con pellicole come Red Sands, prodotto straight-to-dvd che più classico non si può, campione ideale nel riassumere le caratteristiche principe di tanti prodotti figli di quel vorace ed eterogeneo calderone di bocca buonissima che è la Babele di pellicole destinate al mercato home-video. Indiscutibili pregi ed altrettanto innegabili difetti ne segnano le sorti: pur sganciandosi in senso positivo dall’ondivago Dead Birds, Red Sands sembra puntare ad un – relativo – salto di qualità, salvo poi rinunciare al definitivo gesto smarcante proprio nel momento clou, soffocando non senza conseguenze una rincorsa che pareva promettente. Perchè la pellicola di Turner, nonostante qualche buco di sceneggiatura, parte e prosegue benino, forte di alcune scelte certo non originali ma decisamente efficaci, su tutte quella di puntare ciclicamente sulla dicotomia fotografica ed atmosferica tra l’accecante e lunare ambientazione diurna del deserto afgano afgano e le oscure, lunghissime notti all’interno dell’abitazione, dove il tempo è scandito esclusivamente dai turni di guardia e da manciate di ore di sonno.

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Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.
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