Jon Knautz dimostra di saper maneggiare con sufficiente perizia la materia colorata e fumettosa che sta alla base del progetto.
Da quando il poco più che adolescente Jack Brooks ha assistito impotente al massacro dei famigliari da parte di una misteriosa creatura, lo sventurato giovane è costretto a convivere con irrazionali ed inarrestabili accessi di rabbia che lo mettono sistematicamente nei guai.
Trovatosi per una banale riparazione idraulica a lavorare nella cantina del prof. Crowley (Robert Englund), involontariamente Jack risveglia dal suo sonno decennale uno spirito malevolo, che prende possesso del corpo del povero professore ed inizia a riprodursi creando schiere di grotteschi esseri ghiotti di carne umana. A Jack non resterà che una soluzione: affrontare allo stesso tempo i demoni in carne ed ossa della realtà e quelli interiori della propria mente, respingendo agli inferi le creature demoniache a colpi di chiave inglese e pappagallo e risolvendo una volta per tutte il terribile trauma della sua giovinezza.
Complici una manciata di corti di successo (Moment of Truth, The Other Celia, Still Life), nel 2007 la prima esperienza con un lungometraggio dell’allora ventottenne regista canadese Jon Knautz venne accolta dall’asfittico panorama horror locale come manna dal cielo, il suo sviluppo seguito minuziosamente passo a passo, la spasmodica attesa del trovarsi nell’imminenza di qualcosa che avrebbe lasciato un segno perenne nella storia del genere. Atteggiamento quantomeno curioso se si considera che, esclusa una fisiologica componente puramente mediatica e campanilistica, quello che sarebbe stato Jack Brooks Monster Slayer era lampante fin dalle primissime battute promozionali: uno spudorato, poco pretenzioso e legittimamente ignorante tributo a quell’ibrido ottantiano tra fantasy, orrore e commedia slapstick che, a partire dal primo Evil Dead di Sam Raimi, avrebbe intrigato parecchi cineasti, che con quel genere meticcio si sarebbero spesso e volentieri misurati. Quello a cui invece, evidentemente e nostro malgrado, Jack Brooks non può aspirare, è il trono di legittimo erede dei mostri sacri del genere, sempre che l’ambizioso obbiettivo fosse effettivamente nei programmi di Knautz. Molto più probabile invece, che il regista puntasse semplicemente (!?) a produrre una pellicola essenziale, divertente, e perchè no, tributativa ai propri spudorati modelli. Missione più che compiuta, comunque, perchè Jack Brooks Monster Slayer scorre che è un piacere, un’oretta e mezza di storiella scema – sceneggiata dal regista stesso e da John Ainslie – all’insegna dei più classici clichè del genere, tra involontarie evocazioni di demoni, ettolitri di sangue e quintalate di trucco prostetico.
Jon Knautz dimostra di saper maneggiare con sufficiente perizia la materia colorata e fumettosa che sta alla base del progetto, senza lanciarsi in sperticate dichiarazioni di stile ma gestendo con metodo, solidità e buon ritmo un copione tanto prevedibile quanto tranquillizzante nella sua assoluta classicità. Una fedeltà alla linea che, per il rovescio della medaglia, è ciò che impedisce a Jack Brooks di smarcarsi dallo status di buona pellicola per puntare a qualcosa di più: la figura del protagonista interpretato da Trevor Matthews (fedelissimo del regista ed interprete di tutti i suoi precedenti corti) è certamente piuttosto efficace nel suo alternarsi tra rassegnata indolenza e vulcaniche esplosioni d’ira, ma da l’impressione di non riuscire mai a decollare definitivamente, vuoi per una certa banalità di fondo, vuoi perchè il modello-Ash/Bruce Campbell a cui è stato più volte accomunato è un cliente di quelli più che tosti. A fare da luminoso contraltare ai chiaroscuri del protagonista, la figura dello sbilenco professor Crowley, interpretata con assoluto mestiere da un gigionesco Robert Englund, attore di razza che, come già nel recente Zombie Strippers , sa dare il meglio di sè anche in ruoli da caratterista, e rischierebbe di rubare il palcoscenico al protagonista dichiarato se a metà pellicola non venisse tramutato in una ributtante incubatrice di vomito e mostri dalla maledizione scatenatasi sotto casa propria.Jack Brooks promette divertimento e spensieratezza sotto forma di sangue, frattaglie e teste spaccate, ed esattamente quello mantiene, senza pretendere di essere null’altro che puro intrattenimento: una formula che a conti fatti ha dimostrato di saper funzionare, sia sullo schermo che sul mercato home video, tanto che quest’estate dovrebbero iniziare le riprese del secondo capitolo, già annunciato ovviamente come “bigger,badder and with more monsters“.
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About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.