Fedele ad una solida nomea costruita in due lustri di militanza cinematografica, anche questo Storm Warning rientra abbondamentemente nel mucchio delle mille e una variazioni sul tema del survival horror.
Non si può certo dire che Jamey Blanks si uno di quei registi con l’abitudine di viziare eccessivamente il proprio e l’altrui pubblico: da Urban Legend (1998) all’appena più digeribile slasher Valentine (2001), Blanks ha sempre saltellato con poco costrutto edaltrettanta personalità tra le principali correnti dell’horror, lo scarso coraggio e la calcolata cautela di chi sa di non avere i numeri per spingersi troppo oltre un rassicurante e consolidato canovaccio.
Alla ricerca di relax e tranquillità, Pia (Nadia Farès) e Rob (Robert Taylor) hanno la non brillantissima idea di avventurarsi in una solitaria escursione via mare: a digiuno di senso dell’orientamento, sulla via del ritorno i due finiscono per imbottigliarsi nelle anguste e limacciose acque di una sterminata palude. Abbandonati oltretutto dal motore della loro piccola imbarcazione, i due sono costretti ad avventurarsi nella macchia verde che circonda la zona in cerca di aiuto. Giungeranno nei pressi di una misteriosa abitazione, e, credendola disabitata, vi troveranno riparo da una violenta tempesta in rapido avvicinamento. Ma la casa è tutt’altro che disabitata, ed i suoi inquilini, una famiglia di bifolchi psicopatici, non tarderanno nel palesare alla coppia tutte le loro peggiori intenzioni, con una violenza ed una follia il cui crescendo è pari a quello della tempesta che imperversa senza tregua al di fuori di quell’isolata abitazione…
Fedele ad una solida nomea costruita in due lustri di militanza cinematografica, anche questo Storm Warning rientra abbondamentemente nel mucchio delle mille e una variazioni sul tema del survival horror, pellicole buone per divorarsi distrattamente un’oretta e mezza del proprio tempo libero e poc’altro. Sia chiaro, nulla da eccepire sull’assoluta professionalità del regista, Blanks è indubbiamente un’onesto mestierante dell’orrore e Storm Warning lo dimostra , ma restiamo pur sempre nei territori della quasi serialità. Una coppia di yuppies piuttosto naif, una località selvaggia ed isolata, la famiglia di rednecks brutti, sporchi e cattivi: ingredienti che, pur conoscendone fin troppo bene il sapore, potrebbero non stancare (quasi) mai. Di suo, Blanks prende un paio di accorgimenti narrativi piuttosto scontati ma che riescono a sortire l’effetto desiderato: affida le chiavi delle dinamiche della tensione al folle fratello maggiore Jimmy (un convincente David Lyons) il più sanguigno del suo trio di villains, e relega i momenti di gore – comunque mai eccessivamente spinto – ad un paio di situazioni strategicamente posizionate lungo la pellicola, tra cui la curiosa eliminazione di un tenero e francamente non riuscitissimo cucciolo di canguro in animatronics.
Peccato che buona parte della costruzione adrenalinica venga disinnescata da controparti non sempre all’altezza: il personaggio di Pia (Nadia Farès) è fin troppo sfaccettato, ora agnellino circondato da famelici lupi, ora ingegnoso McGyver in gonnella, ora letale vendicatrice, ed azzoppato da un interpretazione fin troppo trattenuta ed incolore; il maritino Rob interpretato da Robert Taylor (Vertical Limit) è relegato all’infame ruolo di chi sta in disparte a prendere sberle sul muso dall’inizio alla fine; gli altri componenti della famiglia Poppy e Brett si limitano ad allungare il brodo quanto basta e a regalare sangue e frattaglie a profusione in chiusura di pellicola. Un inevitabile quanto scontato citazionismo più o meno celebre e l’ovvia sensazione che con determinato materiale in mano, tanto più in là non si potesse andare: eppure, a parità di condizioni, il conterraneo Wolf Creek (2005) di Greg McLean era riuscito a fare meglio. Ma questa è probabilmente una questione relativa ai suddetti numeri…
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About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.