In Fondo Alla Palude

Ci sono luoghi dimenticati nei boschi, dove nessuno ha mai messo piede.

Scoiattoli e procioni, opossum e armadilli, cinghiali e uccelli d’ogni genere abitano la natura incontaminata, non ancora minacciata dallo spettro dell’industria. Sono gli anni Trenta, quelli della Depressione. Harry e la sorellina Tomasina, dodici e nove anni, vivono nel Texas Orientale, in una casa vicino al fiume Sabine. La vita scorre placida e tranquilla, tra il lavoro nei campi e le battute di pesca. Ma il sonnolento villaggio è anche dimora di segreti inconfessabili e misteri impalpabili. Come l’Uomo Capra, leggendaria figura che si aggirerebbe tra la fitta vegetazione…
«Prima del momento di cui vi sto parlando non l’avevo mai visto, ma qualche volta, di notte, mentre eravamo fuori a caccia di opossum, mi sembrava di sentirlo ululare e guaire vicino al ponte di cavi che stava arditamente sospeso sul fiume e dondolava nel vento al chiaro di luna».
Un giorno i due fratelli si inoltrano nei boschi per mettere fine alle sofferenze del loro cagnolino, rimasto gravemente ferito in seguito ad un banale incidente. Mentre percorrono un sentiero di rovi, si imbattono nel corpo martoriato di una donna di colore. Cercano di tornare a casa il più velocemente possibile, ma si accorgono di non essere soli… dietro ai cespugli, tra i rami, qualcuno li spia e li segue. Nascosta nell’ombra, al riparo dalla spettrale luce della luna, ai due bambini sembra quasi di intravedere la sagoma del famigerato Uomo Capra.
Tornati a casa raccontano tutto al padre, un barbiere che ricopre anche il ruolo di agente locale. L’uomo, che non crede alle leggende e alle dicerie popolari, si mette subito alla ricerca del responsabile del delitto… o meglio dei delitti, perché mentre le indagini proseguono, altri cadaveri vengono alla luce.

Nostalgico ritratto del Texas Orientale durante gli anni Trenta, appassionata denuncia di ogni forma di razzismo, thriller trascinante nella sua semplicità: sopra ogni altra cosa e senza dubbio alcuno, In Fondo Alla Palude è un originale romanzo di formazione. In quella terra di confine tra infanzia e adolescenza, la figura dell’Uomo Capra svolge un ruolo fondamentale, rappresentando l’ultimo, fragile baluardo dell’innocenza di Harry. Nella sua natura leggendaria e mostruosa, aliena ed occulta, il bambino cerca a lungo le risposte al male che imperversa nel villaggio. Soltanto una creatura fantastica, da fiaba dell’orrore, può rendersi protagonista di crimini tanto efferati. Che sia questo il vero oggetto del racconto di Lansdale ci appare fin troppo chiaro. L’intreccio criminale è di una semplicità disarmante: il lettore intuirà l’identità del colpevole già prima della metà del libro. Lansdale non si affanna per depistare i sospetti, e perché mai dovrebbe? La risoluzione del mistero è forse l’aspetto meno affascinante della storia. Gli omicidi e le indagini altro non sono che la cupa cornice del quadro.
Con In Fondo Alla Palude, Joe R. Lansdale si è aggiudicato nel 2001 il prestigioso Edgar Award.

UN ESTRATTO

Ancora adesso che sono sugli ottanta e vivo nell’ospizio dei vecchi, nella stanza che ha ormai lo stesso odore del mio corpo che sta andando in malora, in paziente attesa di un piatto di non-si-sa-cosa tagliato a dadi e senza alcun sapore, con un tubo infilato nei polmoni, la televisione su qualche talk show da idioti, ho ben stampati nella mente gli avvenimenti di allora, quasi settant’anni fa, come se fossero appena successi.
Tutto accadde, ricordo, negli anni ’33 e ’34.