Da poco approdati in Italia, i vampiri di Susan Hubbard hanno già fatto innamorare un nutrito gruppo di pubblico e critica.
Primo volume di una serie che si prospetta molto più lunga (il secondo capitolo è già disponibile in America), Il sodalizio del sangue rappresenta un’interessante variante sul tema dei non-morti. Horror, romanzo di formazione, il libro della Hubbard (edito in Italia da Salani) racconta la storia di Ariella Montero, una dodicenne che abita insieme al padre in una casa isolata. Ariella non è una ragazzina come tante altre, anche se le ragioni della sua diversità sono molto più oscure di quanto chiunque possa immaginare.
Dalla quarta di copertina: Ariella Montero sente di essere diversa. Non soltanto per l’educazione raffinata che ha ricevuto, ma per qualcosa dentro di lei, che scorre potente nel sangue. Ed è proprio sul sangue che suo padre, uno scienziato austero e taciturno, conduce misteriose ricerche. Questo e l’aspetto bello e signorile di Raphael Montero, mai sciupato dallo scorrere del tempo risveglia in Ariella dubbi e inquietudini: c’è una ragione per l’isolamento in cui vivono entrambi? Qual è stata la causa della morte della madre, che la ragazza non ha mai conosciuto? E perché Raphael non appare nella foto che Kathleen, giovane amica di Ariella, gli ha scattato? Poi, un giorno, un brutale omicidio sconvolge la quiete della comunità. Ariella scopre che tutta la sua vita fino a quel momento è stata avvolta nella menzogna: sua madre non è morta ma scomparsa. Profondo e appassionante, Il sodalizio del sangue stravolge i cliché del romanzo dell’orrore, e apre le porte di un inferno terrestre fatto di vampiri eruditi e ambientalisti, di uomini avidi di immortalità, di spiriti inquieti, dove gli umani sembrano attendere, fragili e indifesi, l’inizio della fine.
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