Un ambizioso progetto governativo. Un uomo pronto a tutto pur di salvare la sua piccola comunità. Un diabolico piano per far letteralmente “tremare” la terra.
Nella Silver River Valley, una suggestiva vallata californiana, vive ormai da anni una comune hippie. Un autentico microcosmo sociale, un piccolo universo in sé compiuto e quasi perfettamente autosufficiente. Un ambizioso progetto del governatore della California mette però improvvisamente a repentaglio l’esistenza di quell’affascinante mondo: per realizzare una centrale elettrica, un’enorme diga sta per essere edificata sul fiume da cui gli uomini traggono sostentamento. L’intera vallata si prepara ad essere ben presto allagata; le case e i vigneti distrutti.
Priest, leader della comune, decide di opporsi al progetto. Per riuscirci è pronto a tutto: anche ad uccidere, se necessario. Concepisce allora un piano geniale: rubare un vibratore sismico e far tremare la faglia di Sant’Andrea, provocando terremoti in tutta la California. Solo così, forse, il mondo intero comprenderà la misura della sua furia e quel proposito concepito unicamente in base a meri interessi economici verrà abbandonato.
Sarà Judy Maddox, agente dell’Fbi, ad occuparsi del caso. Ma fermare Priest non sarà affatto facile…
Pubblicato nel 1998 (e accolto lo stesso anno da Mondadori nella collana Omnibus stranieri, nella traduzione di Annamaria Raffo), The Hammer Of Eden non è sicuramente la migliore opera di Follett, né con tutta probabilità può ambire al novero delle più riuscite. Tuttavia, le insufficienze di una trama debole e prevedibile, il ritmo piuttosto blando della narrazione e la quasi totale assenza di colpi di scena di un qualche rilievo, vengono in parte compensate da uno stile asciutto e scorrevole e da non pochi affascinanti spunti, meritevoli senza dubbio di sviluppi diversi e migliore fortuna. Non ultimo il paradosso, che insito in tutto il romanzo, s’incarna alla perfezione nel protagonista Priest: il bene, per trionfare sul male, deve necessariamente assumerne le sembianze.
Prima di addormentarsi rivede sempre lo stesso paesaggio: una foresta di pini ricopre le colline, fitta come la pelliccia di un orso. Nell’aria pura di montagna il cielo è così azzurro che fa male agli occhi. A pochi chilometri dalla strada c’è una valle segreta dai fianchi scoscesi, nella quale scorre un fiume dalle acque gelide. Là, celato alla vista degli estranei, c’è un pendio rivolto a sud che è stato disboscato, dove crescono filari di vite perfettamente allineati.
Al ricordo di tanta bellezza quasi gli si spezza il cuore.
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