“No, non avevo in mente La Casa quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura di Drag Me To Hell. Ci sono ovviamente delle analogie, ma la sostanza è decisamente diversa“.
Saziata la propria sete di grande pubblico e verticalità con la trilogia di Spiderman, Sam Raimi si è concesso una pausa dalla giostra più costosa della storia del cinema per accompagnarci, anzi trascinarci, in una storia di vendetta e maledizioni che conduce dritta alle porte dell’inferno: Drag Me To Hell.
Sinossi Ufficiale:
Christine Brown (Alison Lohman) è un’ambiziosa agente di banca e fidanzata dell’affascinate professore Clay Dalton (Justin Long). La sua vita è una delizia, almeno finchè la misteriosa Mrs. Ganush (Lorna Raver) si rivolge alla sua banca richiedendo la proroga di un prestito in scadenza. Combattuta tra il seguire il suo istinto concedendo un rinvio alla signora, e dimostrarsi inflessibile per far buona impressione sul proprio capo Mr. Jacks (David Paymer) nella speranza di una promozione, Christine antepone la carriera a tutto il resto e fa perdere la casa alla signora Ganush.
La vendetta della donna non si fa attendere: la vita di Christine viene sconvolta da una terribile maledizione, la sua esistenza diventa un inferno. Perseguitata da una presenza maligna e bollata come pazza dallo scettico fidanzato, Christine si rivolge al sensitivo Rham Jas (Dileep Rao) affinchè salvi la sua anima dalla dannazione eterna, annullando gli effetti della maledizione. E mentre la maledizione prosegue nella sua opera di distruzione, Christine dovrà affrontarel’impensabile: quanto sarà disposta a spingersi oltre pur di liberarsi dalla maledizione?
“No, non avevo in mente La Casa quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura di Drag Me To Hell. Ci sono ovviamente delle analogie, ma la sostanza è decisamente diversa“. Esordisce così Sam Raimi nel presentare il suo Drag Me To Hell, sgonfiando sul nascere la tutto sommato inevitabile ridda di illazioni, speranze, supposizioni e pronostici sulle eventuali analogie tra la sua ultima fatica e la trilogia cult che l’ha proiettato sull’empireo dell’horrormondiale. “Più che alla regia o alla sceneggiatura, il retaggio de La Casa è piuttosto evidente per quanto riguarda il make-up: il lavoro della KNB – storica compagnia di make up ed effetti speciali fondata da Greg Nicotero – ha qualche somiglianza con ciò che fece Tom Sullivan per la trilogia, pur essendo assolutamente originale“. Scritto a quattro mani dal regista e dal fratello Ivan, secondo una pratica inaugurata ai tempi de L’Armata delle Tenebre, a sentire il coproduttore Robert Tapert Drag Me To Hell è “un thriller soprannaturale su una maledizione d’altri tempi: è un film con una morale, ricco di tensione, violento senza eccessi; è quello di cui aveva bisogno Sam Raimi dopo un trittico di film da far girare la testa e l’indigestione post-Spiderman“. A fare compagnia alla protagonista Alison Lohman (Beowulf, Big Fish) – subentrata in un secondo tempo alla defezionaria Ellen Page, resa praticamente irraggiungibile dal successo mondiale di Juno – troveremo Justin Long (Jeepers Creepers, Live Free or Die Hard) e gli esordienti del grande schermo Dileep Rao e Lorna Raver. La pellicola è stata presentata con grande successo all’annuale edizione della San Diego Comic Convention, con tanto di video pirata della proiezione, apparso in Rete e subito ritirato: per quanto riguarda l’esordio nelle sale USA, tutto è rimandato a maggio/giugno 2009.
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.
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