Dennis Bartok è una vecchia volpe degli ambienti horror e non d’oltreoceano:è stato per ben 13 anni il boss dell’American Cinematheque di Los Angeles.
Quattro registi, un gran cerimoniere di lusso e una formula che strizza l’occhio alle vecchie antologie horror del grande e piccolo schermo, Tales From the Crypt in primis: è Trapped Ashes, “una medievale scatola delle meraviglie“, nelle parole del suo ideatore e sceneggiatore Dennis Bartok.
Dennis Bartok è una vecchia volpe degli ambienti horror e non d’oltreoceano:è stato per ben 13 anni il boss dell’American Cinematheque di Los Angeles, un associazione culturale indipendente e no-profit votata all’analisi ed alla promozione di qualsiasi forma espressiva riversabile su supporto video degna di nota. Dice di quell’esperienza:” Ho dedicato buona parte della mia esperienza e delle mie energie al genere horror: le pellicole di Mario Bava e Dario Argento erano di casa durante la mia gestione. Avere necessariamente a che fare con l’industria di Hollywood ha avuto i suoi pro e i suoi contro, ma è un influenza innegabile che non poteva non tornare nella mia prima sceneggiatura horror: sebbene solo una parte degli episodi sia ambientata lì, lo spunto iniziale prende le mosse proprio da uno degli elementi più rappresentativi di quella realtà: gli Studios“. Introdotti e collegati da scene d’intermezzo dirette da sua maestà Joe Dante (Gremlins, Masters of Horror: Homecoming), i quattro episodi sono un’azzardato mix di registi stracult, onesti mestieranti ed esordienti assoluti. Eccoli nel dettaglio.
Episodio 1 – The Girl with Golden Breasts
Dall’ anarchia visionaria di Ken Russell (Tommy, Lisztomania), l’ennesima espessione della sua irriducibile kitsch-addiction: Phoebe (Rachel Veltri) è un’attricetta che fatica ad imporsi nel mondo dello spettacolo, almeno finchè non scopre i vantaggi conseguenti ad una massiccia mastoplastica additiva: maggiorata e realizzata, scoprirà che non sempre utilizzare scarti di cadavere come materiale da protesi si rivela una scelta azzeccata per la propria ed altrui salute.
Episodio 2 – Jibaku (Evil Spirit)
Dirige Sean S. Cunningham, già produttore e complice senza attenuanti dei vari Jason X, Freddy Vs. Jason, di una quintalata di remake a venire e regista del primo episodio della saga di Venerdì 13. Giappone: Julia (Lara Harris) ed Harry (Scott Lovell) sono una coppia di sposi che, durante una gita di piacere in un tempio buddista, si imbatte casualmente nel cadavere di un suicida. Quel corpo senza vita diventa presto un’ossessione per i due, tanto da spingerli senza indugi verso il sempreverde binomio amore/morte.
Episodio 3 – Stanley’s Girlfriend
Leo (Tahmoh Penikett) e Stanley (Tygh Runyan) sono eccentrici produttori della Hollywood degli anni ’50, sono ambiziosi, sono amici. Tutto fila liscio finchè i due non fanno la conoscenza di Nina (Amelia Cooke) affascinante beatnik che fa sparire nel nulla uno e seduce l’altro, lanciandolo a capofitto lungo le strade della follia; il tutto è narrato in un lungo flashback dallo stesso Leo, quasi rinsavito settantenne interpretato da John Saxon (Nightmare, Dal Tramonto all’Alba). Dirige il regista cult Monte Hellman, già delfino di Roger Corman, regista d’exploitation a tutto tondo e produttore de Le Iene di Tarantino.
Episodio 4 – My Twin, The Worm
John Gaeta, regista esordiente e premio Oscar per gli effetti speciali di The Matrix, ci spiega cosa comporti per la futura vita di un feto crescere nel grembo materno fianco a fianco ad una ingombrante tenia lunga 2 metri. A sentire Dennis Bartok, lo spunto arriverebbe da un caso clinico realmente accaduto:” E’ probabilmente lo spezzone più folle e surreale, ma anche il più riconducibile alla realtà! In ogni caso, per ogni singolo episodio ho portato alle estreme conseguenze elementi assolutamente reali e quotidiani“. Trapped Ashes ha esordito nel mercato home video USA il 15 luglio; qui sotto il trailer ufficiale e una galleria di immagini.
httpv://www.youtube.com/watch?v=lj4mQa2G_DI
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About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.