Diretto da Christopher Bond, vecchia volpe del musical già responsabile dell’adattamento dall’originale Sweeney Todd nel celebre lavoro musicato da Stephen Sondheim, Evil Dead – The Musical abbraccia idealmente tutta la trilogia del cult di Raimi.
Molto probabilmente non raggiungerà mai lo status di “Nuovo Rocky Horror Picture Show” affibiatogli dal New York Times, ma a giudicare dal clamore che sta suscitando, Evil Dead – The Musical è destinato a grandi cose. E siamo solo all’inizio.
Almeno ufficialmente, per fissare la data in cui tutto ha avuto inizio dobbiamo tornare indietro fino al 2004, in quel di Toronto, Canada, dove una prima, embrionale versione di quello che sarebbe diventato il musical vero e proprio venne presentata all’annuale Just for Laughs Festival: il successo fu immediato. Un successo in gran parte mediatico, perchè quello di pubblico la compagnia l’aveva già conquistato con un buon annetto d’anticipo, battendo sistematicamente tutti i club ed i locali della zona metropolitana di Toronto. Una marcia di conquista non priva di episodi al limite del leggendario: pare infatti che durante il massiccio blackout dell’agosto 2003, che lasciò al buio quasi un terzo di tutta la popolazione canadese, i nostri, pur di non saltare una data già programmata, avessero deciso di organizzare lo spettacolo all’esterno del locale, sul prato di fronte all’entrata. Le musiche vennero interamente riproposte da strumenti acustici, mentre dal dietro le quinte i membri della crew si occupavano degli effetti sonori. I fari di alcune automobili strategicamente parcheggiate garantirono al palco improvvisato una sufficiente illuminazione.
E’ da episodi come questo che alle calcagna della compagnia inizia a formarsi unp zoccolo duro di fans, ossessivamente presente, fedele e rumoroso. Talmente rumoroso che l’eco del folle musical canadese giunge alle orecchie di un certo Sam Raimi che, analogamente a quello che avrebbe fatto in seguito Bruce Campbell, concede al progetto la propria benedizione. Siamo ormai nell’ottobre 2006: ufficialmente investito dai padri putativi del progetto, Evil Dead – The Musical è pronto ad invadere gli Stati Uniti. Dal 2 ottobre 2006 al 17 febbraio 2007 nei teatri off-Broadway newyorchesi, poi il ritorno nella natia Toronto fino a metà di quest’anno, quando a giorni dovrebbe partire una tournèe californiana. Ed in Korea, è avviatissima la versione orientale dello show…Diretto da Christopher Bond, vecchia volpe del musical già responsabile dell’adattamento dall’originale Sweeney Todd nel celebre lavoro musicato da Stephen Sondheim, Evil Dead – The Musical abbraccia idealmente tutta la trilogia del cult di Raimi: sul praticissimo – anche in termini scenografici – ed elastico pretesto narrativo del primo La Casa, Bond e il suo parter in crime George Reinblatt hanno innestato elementi dal secondo episodio e da L’Armata delle Tenebre, per quasi 2 ore di spettacolo suddivise in due atti. Due atti molto, molto sanguinosi: le prime tre file di platea, immediatamente ribattezzate splatter zone, vengono spesso e volentieri investite dalle litrate di sangue prodotte sul palco, tanto che è ormai tradizione consolidata, per chi decide di godersi lo spettacolo dalle prime file, indossare semplicissime t-shirts bianche da conservare poi a mo’ di memorabilia.
Uno degli indiscutibili meriti della produzione è quello di essere riusciti nell’impresa più ostica: trovare un attore che si calasse nei panni di Ash senza sfigurare nel confronto con il mostro sacro Bruce Campbell: incredibilmente somigliante al ben più celebre modello, il ventinovenne Ryan Ward – già autore, attore e regista comico – è un giovane Bruce Campbell più belloccio e meno cartoonesco, ma assolutamente convincente nei panni del protagonista, tanto da essere l’unico dei nomi del cast ad essere presente in tutte le tournèe finora firmate dalla compagnia.
Appena sotto, una galleria di immagini tratte dallo spettacolo, i tre, nuovissimi manifesti promozionali parodie di alcuni tra i musical di Broadway di maggior successo degli ultimi anni e qualche filmato dello show.
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About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.