Per Chyna, ventiseienne studentessa di psicologia ormai prossima alla laurea, quei quattro giorni di vacanza dai corsi universitari si prospettano magnifici.
Il meritato riposo dopo tanto impegno. Accetta di buon grado l’invito a trascorrerli presso i Templeton, la famiglia di una sua amica. Ma è proprio allora che l’orrore ha inizio…
Durante la notte Edgler Vless, un assassino folle e spietato con una concezione dell’esistenza tutta sua, stermina l’intera famiglia: Paul, Sarah e la giovane Laura. Quello che ignora, però, è la presenza nella casa di Chyna.
Scampata alla morte per un soffio, la ragazza, convinta che l’amica sia ancora viva, segue il killer nel camper dove ha portato il cadavere. Una volta all’interno, Chyna capisce la verità: Laura è morta e l’assassino ha deciso di portare via il corpo come un abominevole trofeo.
In preda alla disperazione, mentre già cerca un modo per fuggire dal veicolo, viene a conoscenza di un terribile segreto nascosto nella cantina del mostro.
Si tratta di Ariel, una ragazza di soli sedici anni, che il criminale tiene segregata in casa.
Chyna decide di seguirlo, per affrontare quell’uomo e ciò che la sua figura gli evoca: un passato terribile, che nel corso degli anni ha popolato di continuo i suoi incubi.
Incalzante, avvincente, frenetico: Intensity è un romanzo che tiene il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina. Pochi i luoghi dove si svolge l’azione: dentro una casa, in un camper, ancora dentro una casa. Così come soltanto due sono i personaggi principali: Chyna e lo spietato assassino. In questi spazi angusti, ristretti, oscuri, il bene e il male giocano la loro partita, il cui esito sarà necessariamente fatale per uno dei due.
Questo è Dean Koontz al suo massimo, una grande prova narrativa di uno scrittore che ha riservato, a dire il vero, non poche delusioni ai suoi lettori (e mi vengono in mente lavori decisamente sottotono come Ombre di fuoco e Visioni di morte). Solo alla fine ci si rende conto che l’intera storia si svolge nell’arco di una sola notte.
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