Che peccato. E non mi riferisco a quelli citati nel film, ma parlo dell’occasione sprecata.
Una trama e qualche spunto – sulla carta – davvero affascinanti, un personaggio – il Divoratore dei peccati – inquietante e terribile che costituisce senza dubbio un’idea forte.
Poi l’intrigo, la lotta millenaria tra la Chiesa e il Male Assoluto… un sacco di premesse naufragate in un pastiche che scontenta un po’ tutti e ci fa – ancora una volta – chiedere come mai decine di film come questo La setta dei dannati (o Sin eater il mio titolo preferito, o ancora, più banalmente The Order) partano col piede giusto, accumulino tensione vibrante, costruiscano cattedrali gotiche in cui attrarre e stupire lo spettatore, per poi farlo gentilmente accomodare nella spoglia sala di attesa di una malconcia stazioncina di provincia in attesa del cigolante rottame che lo ricondurrà a casa.
Quanta fatica nel ricostruire le leggende mistiche alla base del film, creare un’atmosfera gotica e minacciosa, mettere enormi pezzi di carne succosa al fuoco e poi non riuscire a gestire quanto messo in scena, lasciando sgonfiare la trama in un trito canovaccio che nulla a che fare con la prima parte del film. Certo, direte voi, è più semplice accumulare tensione che mettere in scena un buon finale. Avete ragione, da vendere, però converrete che è proprio un peccato…
La storia parte da uno spunto non certo originalissimo: un sacerdote giovane e tormentato, Alex (Heath Ledger, che dopo averlo visto nel fastidiosissimo Il destino di un cavaliere, si appresta a fare parlare di sè per il suo ruolo di Joker in The Dark Kinght), si reca a Roma per far luce sull’omicidio del suo maestro e mentore. Com’è lecito aspettarsi, giunto in una Roma gotica e oscura, scopre l’esistenza di un antico e segretissimo ordine religioso interno alla Chiesa stessa. La scoperta più inquietante sarà quella di una figura quasi divina (o demoniaca…) il Divoratore di peccati (Benno Furmann), un uomo gravato da un compito immane: liberare i moribondi (gli scomunicati, i senza dio) dai peccati, consentendo loro di varcare la soglia del paradiso. Il Divoratore, grazie a un antico rituale, “assorbe” le colpe dei moribondi e questo fa di lui un ricettacolo di conoscenza, potere e tormento. Per questo vuole lasciare questa terra e il suo terribile compito. E la sua dipartita non sarà indolore.
Il materiale per un vero e proprio successo c’era tutto ed è per questo che veder sprecare tante occasioni in una sola volta dà così fastidio. Heath Ledger appare piuttosto fuori luogo e come lui, molti altri personaggi dei quali si fatica a capire la presenza e le reazioni. La storia manca di verosimiglianza in alcuni punti e pecca di palesi ingenuità in altri. E poi… Rosalinda Celentano, lì in mezzo, cosa ci sta a fare? Che sia stata inserita nel cast solo per rifare la stessa parte del diavolo de La passione di Cristo? Unica protagonista all’altezza, Roma, che ben si presta allo stile cupo della pellicola. I suoi scorci suggestivi sono bene interpretati dal regista.
A voler essere generosi, comunque, possiamo supporre che Brian Helgeland (il regista autore della sceneggiatura di L.A. Confidential) nel lodevole tentativo di scrivere una pietra miliare dell’horror-teologico da mettere al fianco de L’Esorcista, abbia pensato a una trama complessa, sontuosa e agghiacciante, ma che poi – in fase di realizzazione – abbia perso il bandolo della matassa o abbia dovuto effettuare parecchi tagli, dandoci così una sensazione generale di confusione e approssimazione.
Dispiace, se non altro perché si nota l’amore per il genere da parte dell’ autore (ha scritto per il serial TV di Venerdì 13, il soggetto del quarto Nightmare The Dream Master e si è macchiato della sceneggiatura di Highway to Hell), ma i risultati – spietati – sono sotto gli occhi di tutti.
About Andrea G. Colombo
E’ qui praticamente da sempre. Ha dato vita a Horror.it, Horror Mania (la rivista da edicola) e Thriller Mania. E visto che si annoiava, ha pure scritto il romanzo Il Diacono. Si occupa della gestione del sito rinchiuso nel suo antro dal quale non esce quasi mai. Risponde alle mail con tempi geologici.