Superato l’imbarazzo per la trama, si scopre che il film, tutto sommato, altro non è che il solito horror: sentito, prevedibile e scopiazzato da Non aprite quella porta.
La questione è molto semplice: la stragrande maggioranza degli sceneggiatori e dei registi horror non ride mai. Potete stare li a provarci delle ore senza ottenere nulla. Potete mettervi a raccontare le fesserie più assurde e la barzellette più irresistibili, o a danzare in tutù muovendovi come ossessi senza cambiare nulla alle loro facce serie serie.
Non si capisce bene il perché di questa loro stoica compostezza ma, purtroppo per noi, il riso abbonda in altre bocche. Così, ci si trova davanti ad una pellicola che annovera tra gli attori Ray Misterio, quello del wrestling (mascherato nel film, mascherato sul ring e forse anche nella vita) e che tenta disperatamente di raccontare una storiella che, potenzialmente simpatica, risulta semplicemente stupida. I soliti giovinastri (con la scritta “morirò presto” incisa sulla fronte) vagano sul loro furgoncino per il Messico, alla ricerca di una location per girare un porno. Il solito benzinaio (con la scritta “sono un tipo strano” incisa sulla fronte) li mette in guardia sulle insidie di un luogo che si trova lungo la strada: una città fantasma. Uno dei ragazzi conosce le leggende che riguardano quel posto.
Si dice che, in quella città, sia stato chiuso il più grande lottatore di wrestling del mondo. Un essere creato in laboratorio (!) utilizzando i pezzi dei più forti lottatori messicani (!!), per il sollazzo del presidente, amante di tale sport (!!!). I giovinastri decideranno di girare il porno proprio in quella misteriosa cittadina (ma va?) e da qui in poi, la storia dovreste conoscerla già… Superato l’imbarazzo per la trama, si scopre che il film, tutto sommato, altro non è che il solito horror: sentito, prevedibile e scopiazzato da Non aprite quella porta. Qualche timido momento riuscito, qualche efficace scena splatter, un’ambientazione molto suggestiva e poco altro. Sul versante dell’irritazione abbiamo: la solite battutine da idioti, molti momenti di ridicolo involontario e Ray Misterio (ma si può?). Resta da chiarire quale sia l’intento del film. Creare tensione con una trama del genere mi pare illecito, spaventare utilizzando come mostro un lottatore di wrestling mi sembra improbabile; unica possibilità: buttare tutto sull’ironia confezionando una commedia horror. Ma questo è impossibile, perché, come si diceva, la stragrande maggioranza degli sceneggiatori e dei registi horror non ride mai. Bisognerebbe fare qualcosa per loro… animo ragazzi, che la vita è bella!
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