Calvaire è un film angoscioso e disturbante che non mancherà di lasciare addosso, agli spettatori più sensibili, una sorta di inquietudine.
Calvaire è un horror-thriller francese molto oscuro e poco consolatorio, dove lo squilibrio psichico regna incontrastato. Un film che possiede un forte tocco europeo capace di fare la differenza.
Quindi niente patinature e baracconi come troppo spesso il cinema di Hollywood insiste a farci vedere. Questo non vuol dire che i grandi studios ci propinano solo porcherie, ma a volte è utile staccare e volgere lo sguardo altrove per ricordarsi che esiste un cinema genuino fatto con poco e capace di tanto. In tal senso, Calvaire, con la sua fotografia sporca e la sua messa in scena “dal vero”, può essere un buon promemoria.
Marc Stevens è un cantante che per vivere si esibisce negli ospizi. Il suo calvario inizierà quando, durante un temporale, il suo furgoncino si bloccherà nel bel mezzo di un bosco, costringendolo a cercare rifugio in una locanda sperduta. Qui conoscerà Bartel, il proprietario del posto, un vecchio artista consumato dal ricordo di sua moglie che è andata via. Un uomo poco rassicurante, in un luogo poco rassicurante. Per il povero Marc inizierà una lenta discesa agl’inferi.
Il film, all’avvio, ha tutto l’aspetto di una commedia e riesce a strappare anche qualche sorriso. Poi, molto lentamente, tutto si incupisce, fino ad esplodere in un tripudio di follia e scelleratezza. Tutto avanza inesorabilmente verso il peggio; prima con trovate alla Misery non deve morire (il pazzo che tiene prigioniero lo sventurato), poi con elementi alla Cane di paglia (l’assedio dei paesani burini e squilibrati). Calvaire è un film angoscioso e disturbante che non mancherà di lasciare addosso, agli spettatori più sensibili, una sorta di inquietudine. Il regista Fabrice Du Welz (al suo esordio), si fa notare costruendo delle sequenze malate che lasciano intravedere un discreto talento dall’occhio inconsueto e dal tocco (timidamente) d’autore. Sceneggiatura ben congegnata e recitazione piacevole. Un film di ottima fattura, che potrà anche non piacere, ma che ha tutte le cosine a posto.
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