Non è un brutto film, non fa niente per essere brutto. Il problema è che non fa niente per essere bello.
Tranquilli, non stiamo per parlarvi del seguito di House of the dead di Uwe Boll (tratto dall’omonimo videogioco). Il titolo originale di questo film è infatti Severed: Forest of the Dead. A pasticciare con l’etichetta, per renderlo più appetibile, ci hanno pensato i traduttori italiani (beccati!). Il vero sequel di House of the Dead, invece, è stato tradotto con il titolo Cacciatori di zombie (anch’esso nelle videoteche)… i soliti casinisti. Fine delle comunicazioni di servizio, ora parliamo del film…
Nella foresta di Chissàddove un gruppo di ecologisti manifesta contro il disboscamento, mentre i cattivi ci vanno giù di motosega. Quello che nessuno sa è che una losca multinazionale ci ha messo lo zampino e che gli alberi sono geneticamente modificati. Quando la loro linfa colpisce gli uomini, questi si trasformano in zombie. Chiaramente succede un quarantotto.
Non è un brutto film, non fa niente per essere brutto. Il problema è che non fa niente per essere bello. Anzi, ora che ci penso, il vero problema è che non fa proprio niente. Non succede quasi nulla e quel poco che succede, è gia successo meglio in altri film. Non si può neanche dire che provochi fastidio se non fosse per i personaggi che frignano a ogni passo. È un film che se ne sta lì, fermo. È pur vero che non tutti cercano trovate esaltanti in un horror. C’è, ad esempio, un pubblico (anche piuttosto nutrito) che gradisce gli zombie movie dalla marcata venatura drammatica, che procedono come fossero documentari. Gli amanti di film come I Zombie per esempio. Per loro potrebbe essere un buon film. Qualcuno potrebbe trovare interessante il sottotesto ecologico (molto sottotesto), qualcun altro potrebbe gradire il finale non tanto happy.Ma per qualcun altro ancora (e non è detto si tratti della maggioranza) potrebbe rivelarsi un film piatto, come l’encefalogramma di uno zombie. Non per tutti, a voi la scelta…
‑
About Daniele Danno Silipo
Twitter •